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CONTENERE I NEMATODI

da | 22 Gen 2022 | Tecnica

nematode

Si sono conclusi ieri gli incontri tecnici organizzati dall’Ente Nazionale Risi in Lombardia. Ultimo appuntamento a Zibido San Giacomo dopo le tre date svoltesi a Pavia nel corso della settimana. Gli incontri si sono aperti con gli interventi di due ricercatori del Servizio fitosanitario regionale. Il dottor Paolo Bergamo ha introdotto il tema: l’analisi delle infestazioni da nematode. In particolare, sono due i parassiti a preoccupare maggiormente: Meloidogyne graminicola, nematode endoparassita sedentario (rimane nel terreno infettato) associato alle radici delle piante ospiti, e Aphelenchoides besseyi, ectoparassita epigeo che si propaga tramite la semente.

Meloidogyne graminicola: NEMATODE GALLIGENO

«Il sintomo specifico – ha spiegato l’esperto – di Meloidogyne è la formazione di galle radicali, create dallo sviluppo dell’individuo femmina. I sintomi aspecifici sono l’indebolimento delle piante e il diradamento della coltivazioni. Si tratta di un nematode polifago che predilige il riso. Proviene dal sud-est asiatico ed i primi ritrovamenti risalgono al 2016 in Piemonte ed al 2018 in Lombardia. Si diffonde tramite le contaminazioni tra terreni, che avvengono in seguito a spostamenti in cui i vettori possono essere i macchinari agricoli e/o gli animali.

Aphelenchoides E IL NEMATODE CESTICOLO

Per Aphelenchoides il sintomo specifico è la nota punta bianca sulla foglia bandiera. Per prevenire la diffusione si scartano le partite infestate di semente o si trattano con acqua calda. Dopo un calo negli anni precedenti, la scorsa stagione sono pervenute molte segnalazioni. I sintomi riscontrati fanno sospettare la possibilità di sopravvivenza in campo del nematode, forse tramite riso Crodo o in seguito a minime lavorazioni che ne permettono la sopravvivenza. Voglio menzionare in chiusura Heterodera elachista, noto nematode cisticolo, per il quale ci pervengono poche segnalazioni. Importante però mantenere alta la guardia in quanto si tratta di un organismo maggiormente endemico, le cisti possono sopravvivere per anni in campo senza mostrare vitalità.»

MISURE DI ERADICAZIONE

Poi, la parola è andata al collega del dottor Bergamo, dottor Eugenio Scalzotto, che ha aggiunto: «Meloidogyne graminicola è un organismo nocivo da quarantena. Per questo sono in vigore misure di eradicazione definite da decreto ministeriale:

  • divieto di coltivazione del riso;
  • distruzione di possibili piante ospiti infestanti;
  • divieto di movimentazione del terreno;
  • sommersione dell’appezzamento anche in inverno;
  • monitoraggio intensivo.

PER I NEMATODI LE COLTURE TRAPPOLE POCO EFFICACI

Nel 2021 la superficie interessata in Lombardia è stata di circa 1400 ha per un centinaio di aziende. Nel 2019 si è applicata la tecnica della coltura trappola come tentativo di eradicazione. Essa si basava su 3 semine di riso da aprile a luglio, disseccate alla seconda figlia, successivamente semina di una coltura nematocida e biofumigante, interrata ad ottobre. L’obbiettivo era stimolare la schiusura delle galle per poi rendere impossibile la proliferazione. Obiettivo diminuire la popolazione. La tecnica si è dimostrata poco efficace e si è passati al contenimento, basato sulla semina di risone che veniva devitalizzata alla 4 foglia e successiva vera semina o l’adozione della sommersione invernale o l’avvicendamento del riso con mais e soia (colture meno sensibili al nematode). Nel 2022 saranno 13 i comuni coinvolti nel contenimento e 3, in cui si è riscontrata una contaminazione meno importante, quelli coinvolti nell’eradicazione. Queste ordinanze riguarderanno circa 160 aziende e circa 2000 ha (tra superfici contaminate e fasce cuscinetto). Si effettuano campionamenti su tutta la Lomellina per il monitoraggio di possibili nuove infestazioni, rafforzati nelle aree interessate. Vi saranno probabili contributi per le aziende coinvolte in eradicazione mentre non ci sono notizie per quelle in contenimento, la maggior parte.»

 

 

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