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COLDIRETTI CHIEDE L’ESENZIONE IRPEF

agroenergia
«L’aumento dei tassi di interesse, dei costi di produzione a causa delle guerre, dell’inflazione che riduce il potere di acquisto e le conseguenze di alcune scelte sbagliate dell’Unione Europea – fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – stanno determinando situazioni di difficoltà in numerose aziende. Per questo sono necessari alcuni interventi che rispondano, innanzitutto, alla difesa del reddito delle aziende agricole. Come richiesto nei mesi scorsi, è importante poter ripristinare l’esenzione Irpef agricola e lo sgravio contributivo per le nuove imprese agricole aperte da giovani. Serve lo stop anche alle vendite sotto i costi di produzione e più controlli contro le pratiche sleali». Irpef

DENUNCE SUI PREZZI IRPEF

Dopo aver denunciato la Lactalis sul prezzo del latte, Coldiretti è pronta a fare lo stesso su tutte le filiere rilanciando la raccolta di segnalazioni da parte dei soci. Sulle emergenze agricole è necessario il decreto attuativo con un primo stanziamento per le filiere in crisi. Qui si deve partire dalle pere usando il Fondo emergenze della legge di bilancio e anche sulle assicurazioni agevolate bisogna procedere a pagamenti immediati per le annualità 2022 e 2023.
In Europa, come accaduto per la guerra in Ucraina e per il Covid, è necessario che la Commissione Ue adotti un quadro temporaneo specifico per la crisi del settore agricolo europeo. Un intervento che semplifichi la possibilità per gli Stati membri di erogare un aiuto diretto a diminuire i costi delle imprese o indennizzare da danni subiti nelle emergenze e nelle crisi. Allo stesso tempo si propone di poter aumentare i fondi per gli aiuti diretti Pac. L’obiettivo è compensare l’inflazione non conteggiata oggi. Per attutire l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse bancari, ci vuole una moratoria dei debiti delle imprese agricole a livello europeo.

BASTA TERRENI INCOLTI E CIBO SINTETICO

«Dopo deroga, chiediamo la cancellazione definitiva delle regole europee che impongono di lasciare terreni incolti -continuano Rivarossa e Brizzolari -. E’ insensato impedire agli agricoltori europei di produrre in tutte le campagne a disposizione, per poi aumentare le importazioni dall’estero da paesi che non rispettano i nostri standard. Occorre poi dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno».
«Questo anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione. E’ il caso del Mercosur, i cui accordi penalizzerebbero agricoltori e cittadini europei. Poi, va allargato il fronte del no al cibo artificiale dopo che Coldiretti ha raccolto oltre 2 milioni di firme. E’ arrivata la legge italiana sullo stop agli alimenti a base cellulare. Legge presa ad esempio da altri stati, mentre ben 12 Paesi hanno sottoscritto un documento che prevede una “moratoria” su questo tipo di prodotti».
«Per un vero sviluppo rurale servono regole semplici. Con la stessa logica, servono risorse per favorire la ricerca agricola, ad esempio sullo strumento delle TEA, la nuova genetica green. L’Unione europea deve lanciare una grande campagna di sostegno all’agricoltura di precisione con meccanismi di aiuto efficaci e semplici. Allo stesso tempo va sbloccata l’autorizzazione per il pieno utilizzo del biodigestato come fertilizzante naturale alternativo a prodotti di sintesi».

FERMATE IL FOTOVOLTAICO IRPEF

«A livello nazionale per garantire la disponibilità di terreni fertili occorre fermare il fotovoltaico a terra con un decreto immediato del Ministero dell’Ambiente sulle aree idonee per fermare le speculazioni. Anche sulla fauna selvatica bisogna fare di più riducendo la pressione dei cinghiali sulle colture, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le terre. Infine, sul lavoro agricolo Coldiretti chiede di contenere i costi indiretti e ridurre la burocrazia in linea con i nostri competitor come Francia e Spagna. E vanno velocizzate le procedure di rilascio dei visti d’ingresso da parte dei consolati italiani all’estero per i lavoratori stagionali agricoli di cui al Decreto Flussi». Autore: Coldiretti Piemonte
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