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CARTELLINO GIALLO PER CIRIO

da | 4 Mar 2024 | NEWS

Cirio

Cartellino giallo per Cirio. L’ammonizione arriva dalla Coldiretti piemontese. Preoccupata dalle tensioni che portano alla rivolta dei trattori, la federazione invoca dalla Regione «massima attenzione, risposte concrete e rapide». Nel linguaggio “giallo” significa che l’Amministrazione di centrodestra deve fare di più, se vuole il consenso degli agricoltori iscritti alla bonomiana. Un messaggio che parte non causalmente alla vigilia della campagna elettorale (in Piemonte si vota a giugno).

UN MESSAGGIO FORTE E CHIARO

La Coldiretti fa sapere che questo è il messaggio che sta veicolando attraverso gli incontri con la base. «Durante le riunioni sono ribadite diverse criticità,  alcune delle quali di carattere comunitario e nazionale – fanno notare in una nota Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – ma anche altre che riguardano direttamente l’Amministrazione della Regione Piemonte. Qui è necessaria una puntuale azione di analisi e programmazione. Perciò abbiamo scritto al governatore una lista precisa e concreta di temi. Questi vanno affrontati con urgenza».

COSA STA A CUORE A COLDIRETTI?

  • Gestione irrigua: le piogge di questi giorni cadono su un territorio che necessita di un piano per l’adeguata gestione delle acque e di contenimento, alla luce degli evidenti cambiamenti climatici.
  • Sviluppo rurale: il periodo di programmazione 2023/2027 necessità di una rimodulazione che tenga conto delle nuove esigenze del mondo agricolo regionale, senza gravare in termini di burocrazia per le imprese.
  • Sostegno alle filiere produttive: molti settori del comparto agricolo sono in forte criticità e pertanto è necessario che vengano stanziate ingenti risorse che possano promuovere lo sviluppo di filiere per dare dignità e liquidità alle imprese, anche attingendo ai fondi messi a disposizione dal PNRR.
  • Emergenza peste suina africana: rischia di mettere in difficoltà l’intero comparto e la filiera suinicola piemontese, servono pertanto interventi efficaci e proposte di modifica dell’attuale impianto normativo comunitario portati avanti dalla Regione.

ALCUNE CRITICITA’ STORICHE

  • Danni da fauna selvatica e da predazioni: l’incidenza di danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole è ancora troppo elevata, determinando una eccessiva incidenza sulla redditività delle imprese.
  • Effetti del cambiamento climatico: si rende imprescindibile un’azione della Regione in termini di prevenzione e ricerca per problematiche nuove e future emergenze, in particolare fitosanitarie; pertanto va implementata la ricerca e gli investimenti orientati in tal senso, senza dimenticare che in Regione restano problematiche sempre della stessa natura che si deballano con provvedimenti e interventi specifici.

«Sono solo alcune delle tematiche essenziali, anche in relazione alla definizione di quella che sarà la strategia programmatica dei prossimi cinque anni, nel nostro Piemonte dove si sente l’impellente esigenza di interventi concreti – continuano Brizzolari e Rivarossa -. In un momento in cui è fondamentale garantire la sovranità alimentare e combattere le importazioni dall’estero di prodotti che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori, è prioritario mettere i nostri imprenditori agricoli nelle condizioni di poter fare impresa, senza ulteriori ostacoli e spese. Per questo la Politica non può più aspettare a dare risposte, la parola d’ordine è: adesso».

COSA SIGNIFICA?

A questo punto vi chiederete: cosa vuole Coldiretti? Sicuramente vuole quello che vogliono molti agricoltori piemontesi e che – per quanto riguarda i risicoltori – sottolineiamo in questo articolo, in un secondo e in un terzo. Sicuramente, il sodalizio con il centrodestra non è rotto, se non altro perché il centrosinistra non esiste e non ha prospettive attuali di sostituire la leadership piemontese.

A tutti i livelli della federazione, è in corso un cambio di passo. Coldiretti più di lotta che di governo, per capirci. Merito dei trattori? Non solo. C’è l’assottigliarsi dei redditi agricoli. Infatti, un sindacato non può non reagire a una normativa europea che va in senso opposto alle parole di Brizzolari e Rivarossa («poter fare impresa senza ulteriori ostacoli e spese»). Cirio, che ambisce sia al posto di governatore che a quello di eurodeputato è il parafulmine perfetto per una nuova stagione.

Cosa rischia il centrodestra? Poco, per assenza di alternativa. Rischia elettoralmente Cirio. Infatti, gli agricoltori, delusi dal suo partito (Forza Italia) e da quello dell’assessore all’agricoltura (Marco Protopapa, leghista) potrebbero spostarsi elettoralmente verso Fratelli d’Italia. Per evitarlo, Cirio dovrebbe riuscire a stringere un accordo programmatico con gli agricoltori per il quale però gli mancano due requisiti: la capacità di controllare la burocrazia regionale, che sul PSR ha fatto il bello e il cattivo tempo, e la volontà di rilanciare tutta l’agricoltura e non solo quella delle colline cuneesi da cui proviene e che rappresentano il suo personale bacino elettorale. Autore: Paolo Viana

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