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A RISCHIO L’EXPORT PIEMONTESE IN UK

da | 23 Dic 2020 | Uncategorized

La Brexit fa tremare il mondo agricolo e intanto gli agricoltori e le cooperative agroalimentari, i produttori alimentari, i commercianti e i lavoratori del settore agroalimentare dell’Ue rilasciano una dichiarazione congiunta con 5 richieste urgenti in attesa di un accordo (come specificato nel nostro articolo). Sembra che, nonostante gli incontri, la questione continui ad essere irrisolta sul fronte delle relazioni commerciali con il Regno Unito.

E in questa panoramica di incertezza e instabilità dei mercati, è in allerta anche il settore risicolo, specie perché il governo britannico potrebbe fissare alcuni dazi alle importazioni a partire dall’1 gennaio 2021. A peggiorare il quadro ora anche il blocco dei trasporti a causa del covid19.

Rischio export piemontese in UK per Covid

Il blocco dei trasporti via terra, dei traghetti e dei voli mette a rischio oltre 9,3 milioni di euro di cibo e bevande Made in Italy che vengono esportate in media ogni giorno in Gran Bretagna che è al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in riferimento all’emergenza generata dalla nuova variante inglese del Covid con limiti anche nel trasporto degli alimentari su gomma, sui traghetti e per via aerea.

“Tra i prodotti piemontesi maggiormente apprezzati in Gran Bretagna ci sono il vino, i mirtilli ed i formaggi. In particolare, il vino made in Piemonte viene assorbito dai britannici per il 20% della produzione e le bollicine vanno per la maggiore. Tra i formaggi spicca il Gorgonzola, tipico del Piemonte che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale – commentano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale -. Complessivamente, le esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna sono in leggero aumento anche nel 2020 nonostante le difficoltà generate dalla pandemia per la tendenza ad accumulare scorte ed evitare l’arrivo di dazi ed ostacoli amministrativi e doganali per effetto della Brexit”. (Fonte: Coldiretti Piemonte)

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