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IL FREDDO CALMA LA SICCITA’

San Martino

Lo scenario siccitoso prosegue senza soluzione di continuità. Le temperature sotto la media stanno permettendo la conservazione delle deboli precipitazioni nevose generate da perturbazioni che hanno interessato prevalentemente il versante nord delle alpi e solo in parte marginale la porzione sud.

IL FREDDO CONSERVA IL MANTO NEVOSO

Questa anomalia termica, al netto di marginali criticità indotte sulla porzione di pianura, consente di preservare un manto nevoso leggermente superiore allo scorso anno.

La consistenza del manto nevoso è diversa sull’arco alpino e l’areale che, da una sommaria analisi, appare più critico è il bacino del Sesia. Sia il contesto valdostano che la porzione più occidentale presentano accumuli nevosi più importanti rispetto allo scorso anno ma, in ogni caso, le altezze si presentano abbondantemente sotto media, pur se con dati talvolta considerevolmente superiori allo scorso anno che, nella sua eccezionalità, presentava spesso accumuli nulli.

I GRANDI LAGHI

I grandi laghi sono rimasti stabili negli ultimi 15 giorni e tale comportamento è attribuibile sia alla scarsità di precipitazioni, che all’interruzione dello scioglimento nivale in conseguenza dell’abbassamento termico con solo rari picchi di temperatura dovuti per lo più a venti di foehn.

Il mantenimento del livello idrometrico è dovuto alla prosecuzione di una gestione quanto mai conservativa dei deflussi, che nelle ultime 48 ore hanno subito una ulteriore riduzione passando da 66 a 56 m3/s così come concordato nel corso dell’ultimo tavolo regionale lombardo.

AGRICOLTURA PIU’ CONSAPEVOLE

La situazione complessiva si presenta, pur se con qualche timido e marginale segnale positivo, tendenzialmente paragonabile allo scorso anno con però una maggiore consapevolezza nel mondo agricolo, una maggiore presenza di colture autunno vernine e una dinamica di gestione dei laghi molto più conservativa.

La maggior presenza di colture autunno vernine, se rappresenta un dato di minor idroesigenza complessiva, potrebbe determinare un maggior fabbisogno idrico immediato se prosegue l’attuale totale assenza di precipitazioni.

ACCUMULARE, ACCUMULARE, ACCUMULARE…

In questa fase occorre accumulare tutte le acque in qualunque modo stoccabili (dighe e laghi) come ha opportunamente proposto Regione Lombardia, con riferimento invece alle acque fluenti e non stoccabili (Po, Dora Baltea e Sesia) occorre invece veicolarne quanta più parte possibile sullo scenario agricolo, anche introducendo straordinarie ed immediate deroghe che consentano la sostanziale riduzione del rilascio di DMV così da far circolare quanto più possibile la risorsa irrigua non  altrimenti stoccabile nella rete e sfruttare la capacità di accumulo della falda.

DINAMICA CONSERVATIVA

La circolazione nell’areale risicolo dell’acqua altrimenti destinata al mare, diventa fondamentale e non rinviabile. Nella stazione di misura della falda, monitorata da Confagricoltura Pavia a Sartirana, si è riscontrato, proprio in occasione della recente riattivazione del Roggione di Sartirana, l’inversione di tendenza dello scarico della falda con un primo marginale recupero di pochi cm, che significa l’inizio dell’accumulo in falda e quindi l’avvio di una dinamica conservativa della risorsa invece che lasciarla defluire inutilmente verso valle.

RICARICARE LE FALDE

Tale evento, per altro atteso, è l’ulteriore dimostrazione di come le portate distribuite dal sistema irriguo non sono astrattamente sottratte ai fiumi ma costituiscono una fondamentale modalità per trattenere risorse che, in circa 40 giorni, tornano in disponibilità al sistema irriguo e fluviale padano garantendo, grazie all’effetto volano svolto dal bacino di falda, di disporre di portate significative restituite all’asta del Po in momenti che potranno essere interessati da una severità irrigua ancora maggiore dell’attuale oltre che da temperature molto più elevate.
Il ruolo ecosistemico della derivazione di portate e della ricarica di falda è una attività antropica che, oltre a garantire la fondamentale produzione agroalimentare, costituisce elemento di salvaguardia proprio dell’ecosistema grazie a questa dilazione temporale della risorsa idrica.

GESTIRE IL DMV RESPONSABILMENTE

Una miope e rigida gestione del DMV rischia di produrre il doppio danno di limitare ulteriormente la produzione agroalimentare e non tutelare gli ecosistemi fluviali soprattutto nei momenti di massimo stress idrico e termico.
In questo momento è maggiore la componente di DMV rispetto alla componente derivabile e questo determina una perdita di portate che, rispetto al Ticino potrebbero essere stoccate come invaso, mentre rispetto alle acque fluenti (Po, Dora Baltea e Sesia e acque interne) la mancata ricarica della falda e la mancata successiva restituzione delle stesse portate al sistema fluviale.

Il sistema agricolo, mediante l’attività delle imprese operanti, svolge una fondamentale funzione di accumulo e regolazione della risorsa che deve essere favorita, al netto delle peculiarità territoriali, in ogni modo.
Anche il recente regolamento approvato da Est Sesia ad ampia maggioranza va nella direzione di una macro gestione equa e virtuosa della risorsa.

Confagricoltura Pavia è al fianco del mondo irriguo nel chiedere una gestione innovativa del DMV che sia coerente con gli attuali scenari complessivi e non cada in sterili logiche del passato che non garantirebbero neppure risultati ambientali rilevanti oltre a determinare ulteriori danni ad imprese agricole già pesantemente provate dal 2022.

ANALISI RISERVE NEVOSE

L’analisi delle riserve nevose, dal punto di vista statistico, si concentra sulla porzione di alpi Pennine, nell’intorno del Monte Rosa. Questo è quanto mai significativo per le riserve utili alla frazione occidentale di pianura irrigua lombarda, pur trattandosi di accumuli piemontesi.

La complessità del sistema idraulico nord occidentale vive in un equilibrio assai più complesso delle sterili polemiche di queste settimane: la risorsa irrigua non conosce né confini amministrativi né primogeniture, ma ha un suo naturale deflusso nell’ambito di bacini idrografici omogenei. Un esempio è il bacino del Po, dove l’attività antropica, al di là di estemporanee appartenenze territoriali, svolge un ruolo di armonizzazione e governo anche in condizioni di scarsità.

LAGO MAGGIORE

Il lago Maggiore presenta, ad oggi, un’altezza di circa 33 cm sullo zero idrometrico di Sesto Calende.
Negli ultimi 14 giorni non si è avuto aumento del volume invasato e solo l’oculata gestione dei deflussi ha permesso la non compromissione di quanto accumulato.

Appare evidente come, anche ipotizzando il pieno utilizzo delle portate nivali, solo importanti piogge, probabili da una analisi statistica nei mesi di aprile e maggio ma non certe, potranno garantire il raggiungimento di quote significative prossime ai massimi concessi.
Occorre però evidenziare come l’esiguità degli afflussi, in assenza di precipitazioni, garantisce una autonomia di derivazione in competenza estiva, della durata di circa un mese: proprio per tale motivo occorre proseguire con la gestione conservativa. Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net.

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 6 aprile.

ANDAMENTO FALDA

La falda, nella stazione di misura considerata, presenta i primi segnali di ripresa.
Nell’ultima settimana si è interrotto il fisiologico processo di scarico e si è avuto un primo piccolo incremento.
Come già sopra indicato tale incremento è con ogni probabilità attribuibile alla riattivazione del Roggione di Sartirana: proprio in occasione delle prime manovre di riattivazione si è avuto un primo segnale di ripresa. La stazione di misura è posizionata in sponda destra del Roggione a circa 200 metri di distanza.

Con riferimento poi alla stazione di misura di Sartirana Lomellina si riporta anche l’andamento pluviometrico delle ultime 3 stagioni. La cumulata delle piogge invernali conferma purtroppo come si sia in presenza, anche in pianura, di un fenomeno siccitoso senza precedenti per durata ed intensità che non ha avuto interruzioni dal dicembre 2021.

SCALA DI ALLARME RISERVA IRRIGUA

Lo scenario complessivo non vede un miglioramento tale da ridurre il livello di allarme.
In assenza di eventi nelle prossime settimane è inevitabile ipotizzare un ulteriore peggioramento di scenario.
L’indicatore di allerta elaborato da Confagricoltura Pavia risulta, per altro, coerente con quanto indicato dall’Autorità di Bacino per il Po, nei prossimi giorni è prevista l’emissione di un nuovo bollettino dell’Autorità che consentirà di acquisire ulteriori informazioni. Allo stato è ipotizzabile prevedere un peggioramento di scenario. Per questo l’indicatore numerico è ipotizzato, stante le attuali condizioni complessive, è confermato a 13 su scala 15. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia.

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