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INCOGNITA IRRIGAZIONI SUL RACCOLTO

da | 20 Ago 2017 | NEWS

I tratti più salienti del periodo 15 luglio – 16 agosto sono stati un’ondata di caldo fra il 2 e il 6 agosto, con massime localmente superiori a 36°C, e due irruzioni fredde fra 26 e 28 luglio e fra 12 e 14 agosto, con minime che in ambedue i casi sono localmente scese al di sotto della soglia critica di sterilità fiorale maschile (12°C)

Decorso circolatorio e termico 

La topografia media mensile del livello di pressione di 850 hPa (figura 1) mostra che il tempo atmosferico nel periodo è stato determinato da alcune strutture circolatorie (in gergo centri d’azione) robuste al punto da mantenersi ben visibili su una carta media mensile. Fra tali strutture abbiamo anzitutto l’anticiclone delle Azzorre (evidenziato con A1) che domina il vicino Atlantico a ovest della penisola iberica e il Ciclone d’Islanda, la grande area di bassa pressione che domina l’Atlantico a latitudini superiori ai 60°N (B1). Fra tali due strutture fluiscono le veloci correnti occidentali che dominano il Centro Europa a Nord dell’Arco Alpino e che interessano marginalmente anche il Nord Italia come mostra la caratteristica curvatura a valle delle Alpi che presenta la isoipsa di 1530 m (indicata con 153 sulla carta). Alle correnti occidentali si deve l’ingresso delle due perturbazioni responsabili delle fasi temporalesche del 26-29 luglio e 9-12 agosto e dei conseguenti cali di temperatura che si spiegano con il fatto che i temporali scaricano al suolo masse d’aia fredda che hanno sede a oltre 3000 metri di quota. Completano il quadro la depressione anatolica (B2) e l’anticiclone africano con centro sull’Algeria (A2) da cui si sviluppa un promontorio proteso verso la Bulgaria e che è stato il responsabile dell’ondata di caldo del 2-6 agosto scorsi.

La figura 2 mostra l’andamento delle temperature medie dell’areale risicolo nel 2017 (linea sottile) e del trentennio 1987-2016 (linea più spessa). Le anomalie positive sono evidenziate riempiendo in rosso le aree comprese fra le due linee e quelle negative riempiendo in azzurro tali aree.

Precipitazioni e risorse idriche

La figura 3 mostra le precipitazioni espresse come medie dei valori registrati dalle quattro stazioni aeroportuali di Torino, Novara, Milano e Verona (barre verticali nere) dal 1 gennaio al 15 agosto 2017. La linea azzurra mostra il cumulo dal 1 gennaio mentre la linea rossa mostra il cumulo nell’anno normale (media del trentennio 1987-2016). Si noti la “forbice negativa” che si è gradualmente ampliata fino a fine giugno per poi mantenersi grossomodo costante. In ogni modo al 15 agosto nell’anno medio cadono 461 mm mentre quest’anno ne sono caduti 333 (il 28% in meno).

La tabella 1 documenta ulteriormente l’anomalia pluviometrica negativa riscontrata quest’anno sulla Valpadana centro-occidentale per le 4 stazioni di riferimento. Vi si confrontano le piovosità totali dal 1 giugno al 15 agosto 2017 analizzandone lo scostamento dalla norma (media del trentennio 1987-2016). In sostanza si nota che l’anomalia negativa manifesta un progressivo decremento spostandosi da ovest verso est (dal 36% in meno di Torino al solo 6% in meno di Verona).

Il livello dei laghi prealpini aggiornato al 15 agosto si attesta su livelli lievemente inferiori alla norma per Maggiore, Como e Iseo mentre un’anomalia negativa moderata è presente sul lago di Garda (http://www.girovaghi.it/METEO/livelli_idrometrici.php).

I riflessi sulla coltura del riso

La situazione delle risaie, che almeno fino alla terza decade di luglio pareva indicare un’annata promettente o perlomeno normale, sembra essersi complicata nelle ultime settimane per una serie di ragioni che vengono qui di seguito prese in esame.

Anzitutto da più parti giungono segnalazioni di danni dovuti a carenza nella disponibilità di acqua irrigua, con sviluppi vegetativi fortemente ridotti o ritardati. In varie circostanze trattandosi di una coltura irrigua le carenze sarebbero da ricondurre a problemi gestionali a livello comprensoriale anche se non può essere trascurato il contributo dell’anomalia pluviometrica negativa documentata in figura 3 e tabella 1.

Da diverse zone arrivano segnalazioni di grandinate, con fenomeni localizzati su areali relativamente circoscritti, ma con intensità e danni che parrebbero talora rilevanti.

Un’ulteriore incognita riguarda le temperature: a seguito della fase perturbata degli ultimi giorni si sono registrati abbassamenti termici notevoli, con temperature minime che hanno localmente raggiunto la soglia di “rischio” per la coltura del riso. In genere le coltivazioni sembrano essere in uno stadio vegetativo più avanzato rispetto a quello di differenziazione dei pollini, che rappresenta la fase più critica per la coltura. Tuttavia per le ultime semine, per le varietà a ciclo medio-lungo che presentano qualche ritardo vegetativo magari legato a carenze nell’irrigazione, e per gli areali di coltivazione più settentrionali, il rischio di danni anche rilevanti per sterilità da freddo non può essere escluso. Mentre sulla sterilità da freddo esiste una significativa letteratura scientifica e purtroppo una certa esperienza, non altrettanto si può dire circa il rischio di sterilità da caldo. Le elevate temperature di inizio agosto pongono di fronte ad una situazione di rischio abbastanza inedita, almeno per le nostre latitudini (http://www.risoitaliano.eu/rischio-sterilita/), con qualche incognita specie per le coltivazioni poste in condizioni di stress idrico. Andranno in particolare verificate le segnalazioni di alcuni disseccamenti delle pannocchie, che potrebbero fare ipotizzare un attacco “tardivo” di batteriosi da Dickeya chrysanthemi, un batterio responsabile del marciume del piede che può aggredire anche tardivamemte la pianta di riso in presenza di temperature superiori ai 36°C.

Un’ulteriore incognita riguarda le malattie fungine, a partire dal brusone (Pyricularia oryzae). I servizi di monitoraggio e previsione del “Progetto BRUMA” (Regione Piemonte) e di ERSAF – Lombardia hanno finora restituito valori di rischio generalmente compresi tra “basso” e “medio”. La guardia tuttavia non deve essere abbassata: finora le spore del patogeno sono state “tenute a bada” da temperature molto elevate (oppure piuttosto basse, come nei giorni corrispondenti all’ultima fase perturbata), ma una probabile stabilizzazione su valori termici favorevoli alla germinazione delle spore stesse, magari accompagnata da tenori elevati di umidità dell’aria, potrebbe determinare un “colpo di coda” della malattia fungina. Solo le prossime settimane potranno dare una risposta alle numerose incognite, consentendo di fare previsioni attendibili sulle prospettive della campagna risicola.

Fonti dei dati

L’analisi è basata su dati meteorologici provenienti dagli archivi della NOAA (ente statunitense per la meteorologia e gli oceani). Dalla stessa NOAA provengono le carte circolatorie consultate. I dati medi dell’areale risicolo del Nord Italia sono espressi come media delle 4 stazioni aeroportuali di Torino Caselle, Novara Cameri, Milano Linate e Verona Villafranca. Autori: Luigi Mariani, Società Agraria della Lombardia e Università degli Studi di Milano – Disaa; Flavio Barozzi, Società Agraria della Lombardia

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