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SARASSO: QUANDO IL MIO AMICO TINARELLI MONDAVA IL RISO…

da | 26 Lug 2014 | NEWS

sarassoLa morte di Antonio Tinarelli lascia un grande vuoto nel mondo del riso. Per la competenza di questo ricercatore che è stato tra i grandi della risicoltura, ma anche per la sua umanità, per la curiosità intellettuale e la disponibilità a insegnare, la passione per questo mondo del riso. Lo ricordiamo con affetto, unendoci al dolore dei figli Alessandra e Giorgio, e delle nipoti Alice e Lucia. Lo ricordiamo con questo testo che l’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso (foto piccola) ha scritto per Risoitaliano.eu e nel quale raffigura l’amico scomparso, che aveva incontrato ancora pochi giorni fa: «Giunto in treno da Bologna in una Vercelli deserta, durante una tarda serata nebbiosa, solo per un incontro fortuito ebbe la possibilità di trovarvi alloggio. Era appena stato nominato genetista ricercatore alla Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli. Conscio che i pochi mesi trascorsi a Verona non gli avevano permesso di conseguire una sufficiente conoscenza pratica, prese accordi con alcuni risicoltori per seguire i lavori della coltivazione. Ai tempi della monda si recava in campo alle cinque, passava la giornata a lavorare in fila con le mondariso, ed alla sera andava in ufficio a scrivere appunti sulle osservazioni eseguite, ed a studiare. Nonostante il difficile inizio, grazie all’applicazione ed alla tenacia divenne presto un grande esperto di risicoltura, fino a mietere numerosi successi, e ad essere stimato dai vercellesi, che lo hanno gratificato con l’assegnazione della Pannocchia di riso d’oro. A Vercelli trovò Franca, con la quale formò una bella famiglia, allietata da un figlio, una figlia e due nipotini, che ne onorano la memoria. Partecipò alla vita sociale nell’ambito del Lions Club, e dell’Associazione dei Laureati in scienze agrarie, della quale resse la presidenza. Dapprima alla Stazione Sperimentale di risicoltura, poi all’Ente Nazionale Risi, contribuì in modo determinante a selezionare varietà che hanno fatto epoca, quali Baldo, Europa, Roma. Indimenticabile il ricordo della deferenza con la quale venne trattato, durante un giro di conferenze in Turchia, dai risicoltori locali, non appena lo identificarono come costitutore del Baldo. Il lungo periodo di prosperità goduto dalla risicoltura italiana a partire dal 1964, è stato frutto anche del suo prezioso lavoro eseguito a Bruxelles come consulente del Ministero dell’agricoltura: la sua lucida visione dei problemi, la sua capacità di confrontarsi con gli interessi nordeuropei, e la sua energica azione di pungolo nei confronti dei funzionari ministeriali italiani, furono determinanti nel conseguire i brillanti risultati che purtroppo ora sono divenuti solo oggetto di rimpianto. Nei numerosi libri pubblicati, ha affrontato tutti gli aspetti della risicoltura: la coltivazione, la lavorazione, l’ottenimento delle bevande alcoliche, la storia, le poesie, le leggende. Ultima fatica, pronta per la  pubblicazione, il trattato “La storia del riso – Un lungo viaggio nella storia dell’uomo”, del quale ha distribuito in anteprima le bozze agli amici, da gran signore quale è sempre stato, contento di condividere con tutti la sua sapienza e divulgarla. Ha vissuto serenamente gli ultimi giorni, conscio della fine imminente, soddisfatto del buon uso dei grandi talenti che il Signore gli ha dato». Antonio Tinarelli si è spento all’età di 92 anni. I funerali si svolgeranno lunedì alle 11 nella chiesa vercellese di San Michele, dove sarà recitato il rosario domenica alle 18. (26.07.14)

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