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LA PAC SI È FERMATA

da | 13 Dic 2021 | NEWS

I risicoltori si interrogano:  “Solo tagli e nessuna semplificazione”, il convegno organizzato da Confagricoltura Vercelli-Biella e Confagricoltura Novara-VCO nella cornice del Teatro Civico di Vercelli, oggi, è stata un’occasione di confronto importante per analizzare la struttura della futura Pac, su cui Nomisma ha redatto un’analisi che vi abbiamo proposto lo scorso 19 novembre (leggi e scarica lo studio). L’occasione di capire la riforma della Pac, insomma, che il presidente dell’Unione agricoltori di Vercelli Benedetto Coppo ha definito «tutt’altro che entusiasmante» nel video che vi proponiamo.

«Ci saranno dinamiche che ci porteranno a cambiare modo di fare agricoltura: sarà necessario dare valore al mercato» ha detto a sua volta il presidente dell’Unione agricoltori di Novara Giovanni Chiò che ha organizzato il convegno insieme ai vercellesi. Ecco il suo intervento.

DECRETI ATTUATIVI ANCORA FERMI

Il contributo tecnico su cosa ci si debba aspettare da questa riforma è arrivato al convegno con il direttore generale Roberto Magnaghi che ha illustrato la situazione e ha confermato che il processo di riforma è già stato sospeso e che il governo italiano ha quindi più tempo per prendere le decisioni drammatiche sugli ecoschemi, da cui dipende il “recupero” dei soldi sottratti al pagamento diretto dall’abolizione dei titoli e del greening. Il rinvio da parte del Parlamento italiano del voto sugli atti delegati per l’esecuzione dei regolamenti PAC, che sono stati pubblicati in Gazzetta ufficiale la settimana scorsa, significa che la valutazione del Parlamento sulla legislazione secondaria avverrà a gennaio, spostando in avanti di qualche settimana la scadenza del 31 dicembre per la presentazione dei piani strategici nazionali da parte degli Stati membri, precisa una nota dell’Airi. ‹‹Il Ministero non ha ancora deciso le linee della nuova Pac per il nostro Stato – ha spiegato Magnaghi – ed è notizia odierna, giunta dall’europarlamentare Paolo De Castro, che il Parlamento non approverà entro il 31 dicembre i decreti attuativi della Pac poiché la Commissione li ha elaborati troppo tardi. Probabilmente si avranno ancora due mesi per provare a modificare la futura Politica Agricola e il Ministero stesso avrà due mesi in più per effettuare le scelte definitive relative ai vari settori, tra cui il nostro è l’unico ad avere una chiara misura di cosa vi è all’orizzonte grazie allo studio da noi commissionato». Il Direttore ha quindi spiegato come si è giunti alla definizione dei titoli odierni, ripercorrendo le tappe attraverso le quali si è strutturata l’assegnazione degli stessi, sopra la media per i risicoltori, e la successiva progressione al ribasso che ha portato alla media odierna (722 €/ha). Si è poi passati alla spiegazione della futura Pac: «I pagamenti diretti verranno effettuati secondo il seguente schema – ha spiegato Magnaghi -l’aiuto verrà erogato alle aziende che rispetteranno le norme di condizionalità, sembra ad eccezione di quelle risicole come nella precedente programmazione. Il nostro Stato deve ancora decidere se adottare il “flat rate”, eliminando i titoli e adottando un unico importo per tutta Italia (159 €/ha), o effettuare una convergenza che si basi sui titoli pregressi anche nella prossima programmazione. Anche la seconda evenienza, seppur in modo contenuto, porterà a tagli molto ingenti: il punto di partenza sarà il 50% del titolo odierno, per un adeguamento delle risorse, e si scenderà progressivamente nel corso della programmazione di un ulteriore 30% minimo, per effetto della convergenza all’85%. In questo modo si perderebbe in totale il 65% del titolo, contro il 78% previsto dall’adozione del “flat rate”. In questo scenario dobbiamo cercare di attenuare questo calo attraverso le altre voci della programmazione, a partire dagli ecoschemi. Tra gli ecoschemi papabili ad oggi (si pensava fossero 7 ma sembra si sia scesi a 4) non sembra essercene uno adatto alla risicoltura, per questo uno dei nostri principali impegni nei prossimi giorni sarà cercare di proporre un ecoschema dedicato alle colture sommerse, ossia alla risicoltura ma in modo velato, nel rispetto della richiesta di non creare ecoschemi ad hoc per una coltivazione. L’ecoschema è stato impostato nel modo seguente: almeno 25% di sau con interramento dei residui colturali in autunno, almeno 25% di sau con interramento a febbraio e almeno il 25% di sau con cultura da sovescio, da seminare entro ottobre  ed interrare dopo la metà di aprile. Sarebbero misure applicabili, capaci di rispettare molti valori ed obbiettivi strategici dati dall’Ue nelle sue programmazioni e di tutelare la produzione interna in un mercato fondamentale per il nostro continente. Anche l’obiettivo della semplificazione sarebbe garantito, poiché basterebbe un controllo satellitare per verificare l’ecoschema. Il budget necessario, a nostro modo di vedere, per soddisfare le richieste di 230.000 ha circa di colture sommerse è 40/50 mln di €, cifra ampiamente all’interno delle disponibilità stanziate per gli ecoschemi.

Altro elemento che dovrà aiutare a recuperare le perdite sarà l’aiuto accoppiato, che tuttavia non possiamo pensare possa aumentare di molto rispetto alla cifra attuale, sicuramente non in modo da fornire i 400/500 €/ha che perderemo nella futura programmazione. Anche il mercato potrebbe aiutare a contenere le perdite, anche se i livelli odierni (che forse permetterebbero di sopportare i cali sul fronte Pac) sono frutto di situazioni straordinarie sui commerci internazionali e difficilmente diventeranno la normalità. Per questi motivi puntiamo molto sulla proposta di ecoschema sopra descritta, può sembrare tardi per muoversi (dal momento che le decisioni vanno prese entro il 31 dicembre) ma voglio sottolineare che siamo il primo settore a fare questi passi e ci muoviamo in un contesto a dir poco ombroso, in cui il Ministero non ha ancora fatto proposte concrete a nessun settore. Siamo consapevoli che la situazione è critica ma dobbiamo lavorare tutti insieme, con associazioni di categoria e istituzioni, affinché si ottengano risultati che riescano a mitigare gli importanti tagli all’orizzonte e mantenere la risicoltura nazionale in salute». (Nelle prossime ore vi proporremo gli altri interventi del convegno) Autore Ezio Bosso

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