Contrariamente a quanto si credeva, sarà questa Commissione a gestire le partite commerciali più spinose. Tra queste vi è il regolamento delle SPG. Sulle preferenze tariffarie generalizzate, che regolano importanti rapporti commerciali tra l’Europa e i Paesi in via di sviluppo non si vuole aspettare il nuovo Europarlamento.
Un’accelerazione recente che rischia di penalizzare duramente il riso. Infatti, il testo in discussione – e che potrebbe essere varato nelle prossime ore – non prevede un automatismo per la clausola di garanzia del riso, come chiedeva l’Italia. Lo chiedevano anche i Paesi mediterranei e come ha chiesto lo stesso Europarlamento di recente. Invece, la Commissione tira dritto, con l’appoggio del Consiglio e sotto l’egida della presidenza belga, particolarmente incline ad ascoltare Francia e Germania ma non il Sud d’Europa.
ENTE RISI PREOCCUPATISSIMO
L’Ente Risi (nella foto, Natalia Bobba, la presidente) è in fibrillazione. Contava di avere molto tempo per lavorare su una soluzione di compromesso (leggi l’articolo) ma il quadro è mutato e ora sta telefonando a tutti i rappresentanti istituzionali per scongiurare l’approvazione di un regolamento che ci esporrebbe alle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar.
La Coldiretti che aveva invocato l’automatismo (leggi l’articolo) dovrà accontentarsi dell’approvazione – datata 11 marzo 2024 – di un regolamento che conferma la vecchia clausola di salvaguardia (leggi il regolamento di conferma della vecchia clausola di salvaguardia). Il regolamento sancisce che le rivendicazioni degli importatori sui dazi applicati fino al 2022 sono infondate. Confagricoltura e Cia, troppo occupate a difendere il grano italiano da quello ucraino e russo, tacciono sul riso. Insomma, non tira una bella aria in Europa, anche perché il regolamento in esame, se approvato senza l’automatismo della clausola di salvaguardia per il riso, ci renderà la vita difficile non per uno ma per dieci anni, che è la durata del provvedimento.
COPA COGECA IN TRINCEA
Il Copa Cogeca, che ha esaminato la situazione e segnalato il problema, chiede ai negoziatori di «sostenere la posizione assunta da tempo dal Parlamento europeo in merito all’articolo 29 sui meccanismi di salvaguardia automatica delle importazioni. Il sostegno a questa disposizione riveste un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del settore del riso in Europa» si legge in un documento che circola in queste ore.
«Come dimostrano gli ultimi dati dello studio del Centro comune di ricerca sull’impatto economico dei prossimi accordi commerciali sull’agricoltura dell’UE, pubblicato il 22 febbraio 2024, il riso è uno dei settori più minacciati dall’agenda commerciale dell’UE. Lo studio, sia per lo scenario conservativo, sia per quello ambizioso, presenta un aumento delle importazioni dai dieci accordi di libero scambio considerati, compreso tra il 9,7% e il 19,8% entro il 2030. Qui si sottolinea ancora una volta la sensibilità e la vulnerabilità del settore. Le importazioni di riso da Cambogia e Myanmar durante la campagna di commercializzazione 2022/2023 sono state pari a 504.236 tonnellate, con un aumento del 126% rispetto alla campagna 2020/2021 (quando è stata applicata la clausola di salvaguardia), consentendo a entrambi i produttori principali di esportare 222.545 tonnellate di riso in Europa».
BASTA IMPORT A BASSO COSTO!
L’attuazione di questo meccanismo automatico, invece di ostacolare le relazioni commerciali, sarebbe una salvaguardia fondamentale per gli agricoltori e le cooperative agricole europee. In vista di un possibile prossimo trilogo, il Copa e la Cogeca sottolineano l’urgente necessità di un sistema trasparente ed efficace per proteggere questa produzione tradizionale europea e invitano il Parlamento europeo a mantenere il suo sostegno di lunga data all’articolo 29, come concordato nella loro posizione di sempre.
Il settore risicolo europeo non può sostenere ulteriori volumi di importazioni a basso costo. Senza misure efficaci per proteggere la produzione di riso europea, l’UE rischia di aumentare la sua dipendenza da Paesi terzi con standard di produzione divergenti, minando la resilienza e la sostenibilità della produzione di riso dell’UE. Per il Copa e la Cogeca, l’inclusione di misure di salvaguardia automatiche sulle importazioni di riso dai Paesi EBA dovrebbe essere una condizione vincolante per raggiungere un eventuale accordo provvisorio!» Non resta che attendere le prossime notizie da Bruxelles, con la consapevolezza che il momento è difficile.
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