I risicoltori sono preoccupati per la diffusione della Triopsmania. Si tratta dell’ultima moda in materia di allevamento: coppette. Proprio così, c’è chi alleva cani di razza e chi fossili viventi, come le coppette del riso. Sono crostacei – si chiamano “Triops cancriformis” – noti come coppette del riso da quando gli agricoltori avevano imparato ad apprezzarle. Nel sistema di coltivazione tradizionale questa specie svolgeva infatti una funzione positiva dal punto di vista agronomico, perché rimestava continuamente il fondo, intorbidando l’acqua ed ostacolando la crescita delle piante infestanti, senza interferire con il riso già sviluppato al momento del trapianto. Oggi Sono nemici da combattere, in quanto con la semina diretta e l’allagamento precoce delle risaie il continuo rimestamento del fondo smuove i semi in fase di germinazione impedendo alle radici di penetrare in profondità nel terreno. Ma l’ansia dei risicoltori, denunciata dalla pagina facebook Risikultori, non è scatenata tanto da questo elemento. Quel che inquieta è il tipo di coppetta che potrebbe diffondersi nelle nostre risaie: su alcuni siti internet, infatti, sono in vendita uova di triops americane, una specie diversa da quelle note nel nostro areale, e gli agricoltori temono un replay del gambero della Louisiana, tra l’altro parente delle coppette, “importato” nelle nostre risaie dove fa sfracelli, bucando gli argini come gruviera. Anche in questo caso, si inizia con l’allevamento domestico di pochi appassionati e si rischia di trovarsi tra qualche anno con un Jurassik Park in risaia! (1.11.13)