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«CI VUOLE GRADUALITA’»

delta termico

Il ripristino della natura è legge europea. Per l’agricoltura, pienamente coinvolta con la riconferma degli ecosistemi agricoli, si prospetta un’altra strada in salita tra rischi sul potenziale produttivo e ulteriori oneri. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il via libera alla normativa da parte della plenaria del Parlamento Ue.

IL PROBLEMA E’ LA GRADUALITA’ NEL RECUPERO DEGLI ECOSISTEMI

Con oltre l’80% degli habitat Ue in cattivo stato, ferma restando la necessità di recupero degli ecosistemi degradati, tra gli asset chiave della transizione green, è sempre con la gradualità della sua realizzazione che ci si deve misurare. Adesso, quindi -chiosa Cia- occhio al Piano nazionale di attuazione del regolamento, in virtù di quella flessibilità.

Pesa non poco, alla luce di tutte le criticità geopolitiche e commerciali in atto, l’obiettivo ambizioso del ripristino degli ecosistemi di almeno il 30% entro il 2030. La percentuale aumenterà al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Inoltre, -sottolinea Cia- visti proprio gli eventi climatici estremi, oltremodo preoccupa la tendenza positiva che si dovrà registrare, per legge, rispetto alle risorse idriche. Si parla di ben 25 mila km di fiumi, come l’impegno imposto di garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana.

Dopo l’approvazione finale in Consiglio previsto a fine marzo, l’Italia dovrà lavorare alla tabella di marcia indicata a tutti i Paesi membri, in particolare sui Piani di ripristino nazionali fino al 2032, con le modalità per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e fare in modo, soprattutto, che l’implementazione della normativa non impatti sul sistema produttivo con ulteriori oneri per gli agricoltori.

SERVONO RISORSE EXTRA PAC

Resta chiaro che andranno trovati fondi aggiuntivi dedicati perché non è pensabile intaccare ancora il bilancio della Pac. Infine -conclude Cia- il freno di emergenza introdotto in caso di circostanze eccezionali, non è soddisfacente se non entra nel merito, quanto meno su tempistiche e quantitativi, per mettere al riparo, di volta in volta, le produzioni e tutelare agricoltori e consumatori rispetto agli approvvigionamenti e al rischio escalation dei prezzi.

«La natura va preservata certo -dichiara il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- e l’agricoltore è il primo ad avere questo interesse. Ricordiamoci che è, piuttosto, la tutela dell’equilibrio ad aver permesso di fare arrivare sulle tavole degli italiani, e di tutto il mondo, materie prime sane e di qualità. Dovrebbe essere questo l’obiettivo di una legge che si dichiara a salvaguardia della biodiversità e della sicurezza alimentare».

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