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«FERMARE LA LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA»

ripristino natura
Giovedì 1° giugno, la spagnola Asaja (Associazione Agricola – Giovani Agricoltori) e il Copa-Cogeca (la federazione delle associazioni degli Agricoltori Europei e delle cooperative agricole), insieme a più di quindici eurodeputati delle Commissioni Agricoltura, Ambiente e Salute Pubblica, hanno espresso pubblicamente davanti al Parlamento Europeo la propria indignazione per la Legge sul Ripristino della Natura. LEGGI L’ARTICOLO QUI.

LA POSIZIONE COPA -COGECA

Le associazioni agricole dell’Unione Europea, raggruppate nel Copa-Cogeca, si sono mobilitate per chiarire la propria posizione su una questione seria: fare in modo che la legge sul ripristino della natura non venga approvata. La legge, infatti, rappresenta una chiara minaccia per l’agricoltura e l’ambiente in cui gli agricoltori sviluppano il sostentamento di tutta la popolazione.Le associazioni ritengono che questa normativa, pur cercando di promuovere la conservazione dell’ambiente, manchi di un approccio equilibrato. Inoltre, non si tiene conto delle esigenze e delle realtà del settore agricolo. In questo senso, in Spagna significherebbe che circa il 40% dell’area totale della Rete Natura 2000 diventerebbe improduttiva perché non consentirebbe la stessa attività agricola di prima, nonostante siano già rispettate numerose condizioni come le Zone Speciali di Conservazione (Zsc) e le Zone di Protezione Speciale per gli Uccelli (Zps).

OBBLIGHI E RESTRIZIONI

 

La legge sul ripristino della natura, nella sua forma attuale, impone una serie di restrizioni e obblighi sproporzionati ad agricoltori e allevatori, senza considerare l’impatto economico e sociale che ciò comporta. Queste misure restrittive minacciano la vitalità delle aziende agricole e mettono in pericolo il sostentamento di migliaia di famiglie rurali.

Con questo atto di proposta, le associazioni vogliono esprimere chiaramente le preoccupazioni degli agricoltori a Bruxelles. Da troppo tempo si attende che la Commissione europea chiarisca la posizione degli agricoltori nell’intera rete di regolamenti contraddittori che sta cercando di far passare. Se il settore primario deve continuare a inserirsi nel panorama europeo, questa legge sul ripristino della natura deve essere radicalmente modificata in modo che sia razionale e realistica rispetto ai problemi che già si affrontano e non porti gli Stati membri a fallire i loro primi obiettivi prima ancora di iniziare.

LA POSIZIONE DI ASAJA SU RIPRISTINO NATURA

 

Il presidente dell’Asaja, Pedro Barato, dichiaraal termine della protesta che «non tollereremo questa follia legislativa che ci vogliono imporre le istituzioni europee. Non ci avranno come alleati a meno che queste proposte non vengano riformulate (molte delle quali insultanti) senza che vengano presi in considerazione i relativi studi di impatto cumulativo e, soprattutto, senza che ci siano meccanismi che obblighino i Paesi terzi a rispettare esattamente gli stessi requisiti del settore agricolo europeo» .

Allo stesso modo, Barato ha assicurato che  «siamo in un momento decisivo per il futuro dell’Europa e del suo settore primario», sottolineando al contempo che  «non accetteremo l’estorsione da parte della Commissione europea e del suo vicepresidente Frans Timmermans, che ha rivelato di accettare le Nuove Tecniche di Modifica Genetica se, in cambio, il settore agricolo sosterrà lanuiova normativa e il Regolamento sull’Uso Sostenibile dei Pesticidi (Sur)»

APPELLO AGLI EURODEPUTATI

 

Infine, l’Asaja invita gli eurodeputati della Commissione per l’Ambiente a respingere la legge sul ripristino della natura, come hanno fatto nella Commissione per l’Agricoltura e la Pesca. In particolare, si rivolge ai deputati spagnoli César Luena (Psoe) e Soraya Rodríguez (Ciudadanos). Questi ultimi svolgono un ruolo fondamentale nell’invertire questa situazione indesiderabile per il mondo rurale che dicono di proteggere. In breve, chiede loro di ascoltare gli agricoltori e di non ignorare i loro consigli.

La Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo respinge a larga maggioranza il parere sul ripristino della natura, così come la Commissione Pesca, con una mossa senza precedenti. Il 15 giugno toccherà alla Commissione Ambiente votare su questa legge. Legge che deve rispettare e riconoscere che coloro che saranno direttamente interessati dalle conseguenze di questa legge non la ritengono fattibile, attuabile o applicabile.

A LUGLIO IL PARLAMENTO EUROPEO SI ESPRIME

Il Parlamento europeo adotterà la sua posizione finale a luglio. Anche il Consiglio europeo dovrà ancora adottare la sua posizione finale sulla questione. È ora fondamentale che gli eurodeputati non firmino un assegno in bianco senza tenere conto di tutte le conseguenze di questa legge nel loro tentativo di ripristinare la natura come ritengono opportuno.

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