L’azienda agricola Castello srl di Valeggio, in provincia di Pavia, ha chiesto l’autorizzazione di produrre energia elettrica da un impianto che brucia paglia di riso e "cippato", cio legno frantumato in scaglie. Lo annuncia la Provincia Pavese. L’area si trova in aperta campagna, al confine con il comune di Alagna: il terreno di propriet della societ Castello che ha sede a Lomello, alla cascina Boragno, ed presieduta dall’industriale Francesco Sempio (che controlla, tra l’altro, CurtiRiso). Il progetto, approvato dalla giunta guidata da Fabrizio Crepaldi, approdato a una prima conferenza dei servizi, svoltasi a Pavia. Il sindaco di Valeggio si gi espresso in favore di questo impianto a biomassa, da cui dovrebbero uscire 5 megawatt, parte dei quali immessi nella rete di trasmissione nazionale. ®E’ un progetto inserito nel Programma energetico regionale: voglio ricordare che la produzione di energia elettrica attraverso la combustione di sostanze di origine vegetale gi diffusa in molti Paesi, fra cui Svezia, Germania, Spagna e Regno Unito – dice al giornale pavese -. Sono favorevole anche perch ne sar avvantaggiata la filiera agricola nel raggio di dieci chilometri: la paglia di riso sarebbe smaltita nel nuovo impianto, con un ritorno economico per le aziende agricole del territorio, e non pi bruciata nei campi dopo la trebbiatura, come spesso avviene oggi¯. La societ di Sempio ha gi presentato una relazione tecnica relativa al ciclo produttivo, alle tecniche dell’impianto, al piano di approvvigionamento del combustibile, alle emissioni generate e alle tecnologie adottate per prevenire l’inquinamento. ®Tutti i parametri rientreranno nei limiti di legge¯, conferma Crepaldi. L’impianto brucerebbe paglia di riso e cippato, materiale prodotto da macchine che sminuzzano il legno in scaglie quasi invisibili. Questa frammentazione del legno ne permette lo stoccaggio nei silos e il caricamento automatico nelle caldaie. La societ Castello ricever un contributo statale grazie al sistema di incentivazione noto come "certificati verdi". Sono titoli emessi dal Gestore servizi elettrici che, superando il vecchio criterio di incentivazione tariffaria noto come Cip6, attestano la produzione di energia da fonti rinnovabili. La legge Marzano del 2004 ha ridotto a 50 megawatt-ora la produzione minima per rientrare nel"certificato verde", che in precedenza era pari a 100 megawatt. Nel mercato dei "certificati verdi", la domanda costituita dall’obbligo per produttori e importatori di immettere annualmente una"quota" di energia prodotta da fonti rinnovabili pari al 2% di quanto prodotto o importato da fonti convenzionali nell’anno precedente. Inoltre, per i trienni 2007-2009 e 2010-2012 il ministero dello Sviluppo economico, attraverso un decreto, stabilir gli incrementi della quota minima d’obbligo. In ogni caso, il prezzo di riferimento individuato dal Gestore servizi elettrici per i "certificati verdi" per il 2006 era pari a 125,28 euro per megawatt-ora (al netto dell’Iva del 20%).