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ECCO I NUMERI DEL CLEARFIELD

da | 1 Apr 2019 | NEWS, Prodotti in campo

Il chicco è identico a quello delle varietà convenzionali, per coltivarlo bisogna seguire il disciplinare fornito da Basf, ma i costi di produzione rendono il riso Clearfield più remunerativo. Ce lo conferma Giuseppe Sarasso, coautore dell’Analisi sul Bilancio economico dell’azienda risicola 2016, realizzata dall’Associazione Laureati in Scienze Agrarie e Forestali Vercelli e Biella.

L’analisi dell’agronomo

L’agronomo vercellese, accademico dell’Agricoltura di Torino, ha analizzato i costi delle varietà CL, introdotte nel 2006 dalla società tedesca, e che hanno conquistato un importante spazio di mercato grazie alla resistenza della coltura all’erbicida Imazamox, che è invece letale per il crodo.

Prima del CL…

«Prima di questa tecnologia – spiega Sarasso – c’erano solo due possibilità per combattere questa malerba ed erano la monda o la falsa semina. Quindi la tecnologia Clearfield ha cambiato il paradigma della lotta alle infestanti modificando, di conseguenza, anche i termini economici dell’azienda agricola. Selezionando varietà CL sempre più produttive si è migliorato il raccolto negli anni, andando anche oltre le aspettative iniziali, che erano semplicemente quelle di sterminare il riso crodo».

I vantaggi economici

Il senso di queste parole è chiaro: agli inizi della sua applicazione, la riduzione dei costi di diserbo e la maggiore produttività offerte dalla tecnologia Clearfield hanno fornito sensibili vantaggi economici, massimizzati dalla crisi di mercato degli ultimi anni, che si sono tradotti in una estensione della risaia CL ben oltre le attese della stessa Basf. Non senza problemi di assestamento: nel tempo, l’espansione delle infestanti resistenti al principio attivo Imazamox ha richiesto l’applicazione di protocolli di diserbo più costosi, a causa dell’aggiunta di altri principi attivi nei trattamenti, portando i costi a superare quelli dei risi convenzionali di circa 100 €/ettaro. Malgrado ciò, la remuneratività dei risi CL è rimasta superiore a quella dei risi convenzionali ed è precisamente questo che emerge dalle analisi di Sarasso.

I numeri della convenienza

Basandosi sul “Bilancio 2016”, e dopo aver aggiornato i costi del diserbo, Sarasso ha calcolato gli ipotetici prezzi del risone sufficienti ad ottenere il pareggio di bilancio (riprodotti nella tabella che pubblichiamo sotto), intesi come copertura di tutti i costi, compresa la remunerazione degli investimenti e del lavoro degli imprenditori. I prezzi di pareggio che leggete sono stati calcolati per una media produttiva di 6 t/ha per i risi convenzionali, tra i quali sono compresi i risi tradizionali da risotto, e 7 t/ha per i  Clearfield. Se a questi ultimi fosse applicata una produzione di 8 t/ha, raggiungibile con le migliori varietà, il prezzo  di inizio 2019 per gli indica coprirebbe agevolmente i costi di produzione. La simulazione compara l’impiego della tecnologia Clearfield con quella convenzionale, sia con semina in acqua che interrata, e considera due possibili protocolli di fertilizzazione che implicano un diverso livello di investimenti, in funzione dell’uso di prodotti più o meno tecnologici. In pratica, più basso è il valore medio del risone richiesto per il pareggio e più redditizia risulta essere la coltivazione.

Una tecnologia sostenibile

«Il confronto dimostra come la tecnologia Clearfield sia una soluzione sostenibile anche dal punto di vista economico, pur applicando un protocollo di diserbo più costoso rispetto al passato – ci dichiara Sarasso -. Affinché la tecnologia abbia però un futuro, rallentando l’insorgenza di riso crodo resistente, sarà opportuno praticarla con tutti i crismi: doppio trattamento annuale, rotazione biennale con altre strategie di contenimento del riso crodo ed eliminazione di eventuali piante di riso crodo sopravvissute ai trattamenti, al momento in cui  fossero ancora in numero abbordabile con un intervento manuale».

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