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DOVE VAI SE LA RESA NON CE L’HAI?

da | 21 Set 2021 | NEWS

Foto aerea della Lomellina_ Giotto droni

Come abbiamo visto, una delle criticità che dovranno essere tenute in considerazione varando l’eco-schema dell’agricoltura biologica è la sostenibilità economica di questo metodo in risicoltura. Un dato che non è possibile valutare con certezza a causa dell’opacità che avvolge il settore del riso biologico ogni volta che si parla di rese. Una volta, erano inferiori di un terzo ed infatti il prezzo compensava quel divario. Oggi, la tecnica ha fatto passi da gigante e lo spread si è ridotto sensibilmente. Ma di dati ufficiali zero.

Se poi ci prendiamo la briga di desumerli dividendo la superficie certificata per il risone venduto (certificati di trasferimento dell’Ente Risi) otteniamo un valore medio inquietante, che evidentemente nessun ente pubblico potrebbe mettere nero su bianco (e infatti l’Ente risi non lo fa): se prendiamo il 2020, in base alle stime di investimento e ai trasferimenti dell’Ente Risi la resa del risone convenzionale è 6,66 mentre quella del risone biologico è 8,69. Poiché si tratta di una media, si deve supporre che alcuni produttori bio arrivino addirittura a dieci… Il fatto che l’Ente Risi non fornisca un dato chiaro pare dipenda dalla normativa e dalla politica: la prima non lo prevede, la seconda non lo desidera.

Dati dell’Ente Risi

In realtà, l’ente di certificazione del prodotto biologico ha accesso a tutti questi dati, presenti nella documentazione aziendale. L’opacità è inspiegabile nel momento in cui il risone si trasferisce solo con certificato dell’Ente Risi e quello bio può muoversi dall’azienda solo con il certificato di conformità dell’ente di certificazione, eppure un dato chiaro sulle rese del riso bio non ce lo comunica nessuno. Invece, sappiamo perfettamente quanti ettari si coltivano di riso bio per gruppi varietali.

Secondo i dati dell’Ente Risi, si contano 5.581 ettari di Tondo, in crescita rispetto alla scorsa campagna (4.303 ettari), 334 ettari di Medio, in diminuzione rispetto alla precedente campagna (546 ettari), 3.113 ettari di Lungo A contro i 2.821 della scorsa campagna, 2.132 ettari di Lungo B, in calo rispetto alla scorsa campagna (2.782 ettari). Netta predominanza del Selenio biologico, le cui superfici si attestano a 3.408 ettari. Centauro si attesta a 1.265 ettari, gli altri Tondi a 908 ettari, Lido e similari a 183 ettari, Vialone Nano a 48 ettari, vari Medi a 104 ettari, Loto, Ariete e similari a 1.081 ettari, S. Andrea e similari a 11 ettari, Baldo e similari a 204 ettari, Arborio e similari a 693 ettari, Carnaroli e similari a 885 ettari, vari di Lunghi A a 240 ettari, Lungo B a 2.132 ettari, mentre per Roma e similari e Padano e similari biologici non si contano superfici coltivate. Autore: Paolo Viana

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