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«DATI FALSI SUI PMA»

da | 28 Ago 2015 | NEWS

Cambogia

ue2Il Commissario UE al Commercio, Cecilia Malmstrom, rispondendo ad una interrogazione dell’On. Aldo Patriciello, ha difeso la decisione di azzerare i dazi all’importazione di riso dalla Cambogia e il Myanmar, sostenendo che queste misure sono un potente strumento di sviluppo economico per quei Paesi e comunque non hanno determinato turbative sul mercato comunitario che, secondo il Commissario, sarà in grado di assorbire queste importazioni, soprattutto perché esse si sostituiscono ad altre. Tutto ciò è falso secondo l’Associazione Industrie Risiere Italiane (AIRI) che in una lettera al Commissario evidenzia come in realtà dall’eliminazione dei dazi stiano traendo beneficio società multinazionali che hanno investito in quei Paesi anche grazie a importanti finanziamenti di istituti bancari pubblici tedeschi, mentre i risicoltori cambogiani e birmani non stanno avendo alcun beneficio dall’aumento delle esportazioni. Inoltre, la stampa cambogiana ha più volte riportato le dichiarazioni del Governo secondo le quali questa concessione ha anche favorito l’elusione delle norme sull’origine, con un flusso di riso proveniente da altri Paesi e che si avvantaggerebbe illegalmente della esenzione del dazio.  Insomma, l’Airi contro il Commissario Malmstrom «con l’aiuto di dati statistici inequivocabili», recita una nota, di fonte comunitaria e che dovrebbero quindi essere a conoscenza del Commissario. Le importazioni totali di riso indica nell’Ue sono aumentate in tre anni del 25%, raggiungendo il livello record di 1 milione e 120 mila tonnellate in questa campagna, con una previsione di ulteriore aumento a 1 milione 230 mila tonnellate nella prossima. Con un consumo pressoché stabile, è evidente che questo aumento va a sostituire il prodotto comunitario. E infatti, solo in Italia, le superfici seminate a riso indica sono diminuite da 71 a 35 mila ettari, segno evidente che i risicoltori non sono rimasti soddisfatti dai prezzi, nonostante il Commissario affermi che questi “rimangono elevati”. Per riuscire a competere con le importazioni a dazio zero nelle ultime campagne, le industrie hanno infatti dovuto comprare il risone a prezzi non remunerativi per i risicoltori. L’offerta di risone indica comunitario è largamente insufficiente a coprire la domanda e le superfici di riso japonica sono aumentate da 144 a 191 mila ettari, creando le premesse per una eccedenza di offerta e una prospettiva di difficoltà di collocamento. Il grave squilibrio di mercato è evidente e Airi ha chiesto pertanto un incontro chiarificatore al Commissario Malmstrom. 8.08.2015

 

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