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CLAUSOLA DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

da | 4 Lug 2023 | NEWS

riso

Il mercato attraversa un periodo di profonda incertezza tra inflazione, nuove abitudini di consumo e riduzioni delle superfici coltivate. Le cause sono i cambiamenti climatici e le importazioni da Cambogia e Myanmar. Abbiamo deciso di capire se esistano margini reali per fermare il flusso. Ciò che emerge non fa piacere: la clausola di salvaguardia è un po’ come il celebre “sogno” di Shakespeare. Vediamo perchè.

FERMARE IL FLUSSO CON LA CLAUSOLA

Secondo il Presidente di Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza, Pacchiarini «la difesa delle varietà di riso nostrane dalle importazioni incontrollate è il primo passo per rilanciare la produzione» . Qui c’è il richiamo all’urgenza di ripristinare la clausola di salvaguardia. L’obiettivo è imporre dazi sul riso importato a prezzi concorrenziali da Cambogia e Myanmar.

Per Pacchiarini, le difficoltà del mercato rappresentano «(…) un mix di fattori penalizzanti, di cui indubbiamente beneficia l’importazione concorrenziale dall’Est. Inoltre, da alcuni mesi si ha una riduzione dei prezzi delle qualità di riso nazionali».

Giovanni Perinotti, Presidente della Confederazione Nazionale Riso di Confagricoltura fin da Maggio ha messo l’accento sull’insicurezza che domina il mercato. «Servono certezze in modo da riuscire a programmare anche le prossime lavorazioni». «Il riso merita attenzione. In Europa è necessario un sistema chiaro ed efficiente che permetta di conservare una produzione tradizionale da primato».

Dopo la riapertura dei negoziati sui regimi di agevolazioni tariffarie per i Paesi Terzi di aprile, Perinotti chiede di concentrarsi sul riso. «È necessario ripristinare misure di salvaguardia automatiche per frenare le importazioni di riso dalla Cambogia e dal Myanmar, in crescita incontrollata. (…). Occorre un impegno costante per evitare di aumentare la nostra dipendenza dall’estero. Insomma, bisogna proteggere il riso di cui siamo i maggiori produttori in UE. Chiediamo ai negoziatori di uniformarsi alla posizione del Parlamento europeo».

CLAUSOLA PRIMA DI TUTTO

Anche CIA punta sull’introduzione della clausola automatica, come aveva dichiarato Giovanni Daghetta (coordinatore nazionale del Gruppo di interesse economico per il riso) a Riso Italiano di recente. «Si sta lavorando per l’inserimento di una clausola automatica. Questa deve introdurre un dazio alle importazioni da Cambogia e Myanmar. Non sarà facile ottenerla, vista la minoranza dei produttori di riso a Bruxelles. A ciò si aggiunge l’opposizione delle nazioni del nord. Io, tuttavia, penso che lavorando di concerto e trovando sinergie con gli altri Paesi il risultato si possa raggiungere».

AGROPIRATERIA IN AGGUATO

Coldiretti Piemonte, invece, lancia l’allarme sul rischio di cannibalizzazione dai risi stranieri. Punta il dito contro la dicitura “Riso da risotto” su confezioni di prodotto importato che rischierebbe di trarre in inganno i consumatori.

Il Presidente Moncalvo e il Delegato Confederale Rivarossa dichiarano: «Nelle vendite al dettaglio si sta poi affermando una nuova strategia di marketing permessa dalla legge, con pacchi che mettono in evidenza la scritta “Riso da risotto” per indicare in piccolo, magari su un lato nascosto della scatola, tipologia riso Lungo A, origine  in Myanmar, in Vietnam o in Cambogia. Insomma, in questi casi non c’è alcun legame con le vere varietà italiane da risotto, come il Carnaroli.

Serve un intervento per bloccare questo messaggio ingannevole ai consumatori che danneggia anche i risicoltori italiani: la dicitura “Riso da risotto” deve essere utilizzabile solo per le vere varietà nazionali».

SPERANZE GELATE

In base alle nostre informazioni, però, a soluzione dall’UE  non arriverà rapidamente, neanche dopo la proposta del Parlamento Europeo del ripristino della clausola automatica. Infatti, il Consiglio ha risposto con l’idea di un sistema di “sorveglianza speciale” sul mercato, con eventuale scatto della salvaguardia.

Ad oggi saremmo nel momento decisivo, con il nuovo regime in partenza a Gennaio 2024. Tuttavia, è molto probabile che si verifichi uno slittamento della decisione in attesa del nuovo Parlamento eletto in primavera 2024, considerando anche l’arrivo della Presidenza Spagnola il primo luglio prossimo.

L’attuale Sistema delle Preferenze Generalizzate facilita l’importazione in UE del riso, in particolare da paesi meno avanzati come Cambogia e Myanmar, grandi produttori ed esportatori netti; le varietà in questione sono soprattutto quelle dei Lunghi B che entrano in concorrenza con i prodotti italiani e di tanti paesi UE come Portogallo, Spagna e Grecia (contando per circa ¼ della produzione italiana).

IMPORTAZIONI “UTILI”

Enrico Losi, dell’Ente Risi, fa notare come le attuali importazioni siano al momento utili al mercato per sostenere la nostra quota nazionale di offerta sulla piazza europea: «la produzione nazionale, infatti, è falcidiata dalla siccità. Le riduzioni, poi, devono essere compensate con maggiori importazioni. Il tema per gli agricoltori è il timore per il futuro prossimo: se si torna ai livelli produttivi di due anni fa, allora le quantità importate dai Pma possono rappresentare un pericolo concreto». Losi ribadisce che «il mercato sta attraversando una fase di cambiamento profondo, con i prezzi al consumo che sono alle stelle per tanti motivi, il consumatore vede ad oggi il riso come un prodotto di lusso… ma le cose cambieranno.

Dopo la crescita dei consumi degli ultimi 10 anni, per circa il 25%, alla fine della attuale campagna di produzione vedremo per la prima volta una contrazione». Infine, tra gli accordi bilaterali in discussione a livello europeo riguardanti agevolazioni sulle importazioni, Losi ricorda che sono ripresi i negoziati con l’India. La ripresa avviene dopo diversi anni di interruzione; ci si attende, però, che le discussioni non si concludano a breve e il processo è tutto in divenire. Autore: Azzurra Giorgio

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