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CIA: CON QUESTA PAC SI DEVE PUNTARE ALLA QUALITA'

da | 25 Giu 2014 | NEWS

cia-logo-piccoloLa nuova Pac conferirà complessivamente meno risorse alle aziende agricole rispetto al passato. Sarà quindi necessario puntare sulla qualità, migliorando e innovando le produzioni con interventi mirati. È il messaggio principale emerso dal seminario dal titolo “La nuova Pac e le scelte nazionali”, organizzato da Cia Lombardia ieri mattina, 24 giugno, a Monza presso la sala conferenze di Confartigianato.L’iniziativa inserita nel quadro delle azioni previste nel Piano di sviluppo approvato dalla Direzione regionale della Cia Lombardia a sostegno delle aziende agricole, è stata sostenuto anche dal Psr di Regione Lombardia. Il seminario ha visto la partecipazione di Massimo Ornaghi, dirigente della Direzione Generale Agricoltura di Regione
Lombardia, unità operativa Programmazione, Sviluppo Rurale e Semplificazione Amministrativa, Mary Pampaluna della Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, Ivan Nardone, Dipartimento di Sviluppo Agroalimentare e Territorio – Confederazione Italiana Agricoltori Nazionale, Mario Lanzi, Coordinatore della Giunta regionale Cia Lombardia, Massimo Benolli, Direttore di Cia Lombardia e Giovanni Daghetta, Presidente regionale di Cia Lombardia. Numerosi gli agricoltori intervenuti, associati a Cia Lombardia. Il quadro attuativo delle scelte nazionali sulla Politica agricola comune 2014-2020 è in fase di definizione. Come illustrato dalla dottoressa Pampaluna i presidenti delle Regioni, con l’unica eccezione del Veneto, hanno espresso lo scorso 12 giugno parere favorevole sull’attuazione nazionale della riforma Pac, con particolare riferimento alle misure concernenti gli aiuti accoppiati. Nello specifico l’approvazione è stata espressa sul documento approvato il 27 maggio 2014 dal Ministero delle Politiche agricole e dagli assessori regionali all’agricoltura.
Ora, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 281/97 che regola le funzioni della Conferenza, ci sono trenta giorni di tempo per cercare
di trovare un accordo unanime. Altrimenti il Governo potrà procedere di sua iniziativa. In ogni caso entro il 1° agosto 2014 dovrà essere assunta una decisione definitiva sul funzionamento nazionale del regime Pac con specifico decreto ministeriale. L’intesa complessiva sul nuovo sistema di pagamenti diretti vale 52 miliardi di euro suddivisi in 20,9 miliardi per lo sviluppo rurale, 5 miliardi per gli interventi di mercato, 26,7 miliardi per i pagamenti diretti. Le principali decisioni assunte dalla conferenza Stato-Regioni hanno riguardato la ripartizione degli aiuti accoppiati, per i quali è stata fissata una quota all’11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso,barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura. Si tratta di una soluzione di compromesso che ha comunque consentito alla zootecnia di essere destinataria di quasi 220 milioni di euro su un totale di 426 milioni. Altre questioni affrontate riguardano il pagamento del greening individuale (con il quale si condiziona una percentuale di contributi al rispetto di alcune misure ambientali), la definizione di agricoltore attivo quale requisito indispensabile per indirizzare i pagamenti comunitari , il sostegno ai giovani agricoltori, la digressione contributiva che opererà nella misura del 50% sopra la soglia dei 150.000 euro e del 100% sopra i 500.000 euro, l’introduzione di un regime semplificato per i piccoli agricoltori, le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi.
E proprio alle imprese agricole che operano in zone di montagna, in controtendenza rispetto alle altre aziende, saranno riconosciuti premi in crescita rispetto al passato, come sottolineato da Massimo Ornaghi, dirigente della Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia.“Il nuovo sistema”, ha spiegato, “prevede una diversa distribuzione delle risorse rispetto al passato. In generale, la maggior parte delle aziende vedranno una diminuzione del premio storico”.Ornaghi ha poi illustrato le misure attualmente definite del nuovo Psr di Regione Lombardia. “Le misure del secondo pilastro sono state
incrementate del 12%, così come sono aumentati anche gli obiettivi assegnati” ha precisato. Il nuovo Psr regionale sarà composto da 13 misure e 35 sottoazione. Secondo l’attuale bozza “predefinitiva” le misure riguardano formazione e informazione; consulenza; regimi di qualità, prima adesione e
promozione; investimenti materiali aziende agricole, agroindustria, infrastrutture, investimenti non produttivi; primo insediamento giovani, diversificazione, imprese non agricole;  servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali; investimenti nello sviluppo delle aree forestali e miglioramento della redditività delle foreste; pagamenti agro-climatico-ambientali; agricoltura biologica; indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull’acqua; indennità per le zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici; cooperazione; supporto per lo sviluppo locale Leader; assistenza
tecnica.
“L’accordo raggiunto sulla nuova Pac è comunque migliorativo rispetto alla proposta iniziale da cui si era partiti nel 2010, che privilegiava esclusivamente i nuovi paesi emergenti dell’area euro, con gravissimi rischi per il settore agroalimentare italiano”, ha tenuto a sottolineare Ivan Nardone del Dipartimento di Sviluppo Agroalimentare e Territorio – Confederazione Italiana Agricoltori Nazionale. “Attualmente l’export agroalimentare è il fiore all’occhiello dell’economia italiana”, ha proseguito, “l’agricoltura che sta alla base di questo segmento è tuttavia in affanno. È necessario lavorare affinché anche il comparto prettamente agricolo benefici del successo della filiera agroalimentare”. Giudizio accettabile sul compromesso raggiunto in conferenza
Stato-Regioni è stato espresso anche dal presidente di Cia Lombardia Giovanni Daghetta. “Era inevitabile che venissero fatte concessioni per
arrivare a un accordo”, ha affermato. “Ritengo sia positivo soprattutto il fatto che le decisioni assunte non siano immutabili fino al 2020. Tra due anni, ovvero nel 2016, è infatti previsto che dovremo comunque ritrovarci a discutere sulla Politica agricola comune”. (25.06.14)

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