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CHI CERTIFICHERA’ IL SEME?

da | 24 Giu 2015 | NEWS

Assosementi

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Il 25 giugno a EXPO 2015 sarà presentato ufficialmente il CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, frutto della riorganizzazione del CRA e dell’INEA come previsto dall’ultima legge di stabilità n. 190/2014. Assosementi, l’associazione delle aziende sementiere, teme che nell’ambito della nuova struttura il servizio di certificazione ufficiale delle sementi possa perdere quei requisiti di autonomia decisionale ed efficienza che sono reclamati dalle aziende sementiere e che sono indispensabili per fare fronte alle esigenze del mondo agricolo e del commercio internazionale. Sono circa 200.000 gli ettari di colture da seme che ogni anno vengono ufficialmente controllati in Italia e le sementi prodotte vengono certificate per il commercio interno, oppure per l’esportazione.
Il piano di riorganizzazione, che è stato anticipato dai Commissari nelle audizioni in Parlamento lo scorso mese di maggio, contiene infatti l’ipotesi di fare confluire il servizio di controllo e di certificazione delle sementi, attualmente denominato CRA-SCS, in un nuovo centro di ricerca per la difesa degli agroecosistemi e la certificazione di piante e sementi, insieme ad altre due unità quali quella per la patologia vegetale e quella per l’apicoltura e la bachicoltura.
“Confidiamo che le decisioni che verranno prese sappiano davvero portare ad una struttura che riesca a supportare le imprese. Ricordando tuttavia le difficoltà incontrate dopo la soppressione del vecchio ente nazionale sementi elette (ENSE) nel 2010, è naturale manifestare preoccupazioni a fronte del rischio di una errata valutazione e quindi di un inquadramento operativo non razionale per il servizio di certificazione delle sementi. Questo compito – dichiara Guido Dall’Ara, presidente di Assosementi – accanto all’attività di ricerca va visto soprattutto come un vero e proprio servizio erogato su richiesta delle aziende sementiere”.
L’ENSE, costituito nel 1954 per iniziativa di alcuni istituti di credito al fine di promuovere l’uso di sementi di qualità e la certificazione su base volontaria, venne successivamente riconosciuto ente di diritto pubblico e posto sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura con l’avvento della certificazione ufficiale obbligatoria. Con la soppressione dell’ente decisa nel 2010 , il servizio di certificazione era poi confluito nell’INRAN e – quando quest’ultimo è stato a sua volta abolito nell’estate 2012 – fu prima accorpato all’Ente Nazionale Risi e infine nel dicembre 2012 passato sotto il CRA, dove solo nel corso dell’estate 2013, dopo non poche incertezze, sarà formalmente inquadrato quale centro di sperimentazione e certificazione delle sementi (CRA-SCS).
“Tutte le prestazioni svolte per il controllo e la certificazione ufficiale delle sementi sono pagate dalle aziende sementiere ed il bilancio dell’ex ENSE è sempre stato in equilibrio ed autosufficiente. Alla luce delle vicissitudini di questi ultimi anni è tuttavia difficile oggi immaginare che il servizio di certificazione possa recuperare una sua veste autonoma, in una apposita agenzia nazionale per le sementi e gli altri materiali da riproduzione vegetativa, soprattutto dopo che – aggiunge Dall’Ara – le riserve finanziarie accumulate negli ultimi anni di vita dall’ex ENSE per destinarle a rafforzare la propria struttura, sono state utilizzate nell’avventato tentativo di ripianare il deficit dell’INRAN”. (24.06.2015)

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