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ALLARME ELMINTOSPORIOSI DALL’ENTE RISI

da | 5 Dic 2023 | Tecnica

Elmintosporiosi

L’Ente Risi lancia l’allarme elmintosporiosi. Si tratta di una malattia che può portare a perdite produttive del 20-50%. Nei casi più gravi, fino al 90%. E’ causata da un fungo che colpisce le parti aeree della pianta, a partire dalle prime fasi di sviluppo fino allo stadio di maturazione. I sintomi sul germinello sono la presenza di macchie necrotiche scure, circolari o leggermente ovoidali, di colore marrone-grigio al centro e con alone giallastro, di dimensioni, mentre dai segnali riscontrati sulle foglie può esser confuso con la Pyricularia oryzae (brusone fogliare) nelle primissime fasi.

CONDIZIONI DI INFEZIONE

L’infezione avviene a temperature comprese tra 16°C e 36°C, con un intervallo ottimale compreso tra 25°C e 30°C, e viene favorita in presenza di acqua libera sulla superficie delle piante di riso, ma può avvenire anche in assenza di acqua libera con umidità relativa superiore all’89%. Lo sviluppo è legato alla scarsa fertilità dei suoli e alle carenze nutrizionali (akiochi). «La comparsa della malattia è poi associata a squilibri nutrizionali, in particolare quando la pianta si trova in grave carenza di azoto, potassio, magnesio, manganese, calcio o silicio; ma è stato rilevato un incremento di suscettibilità anche in presenza di eccessi di azoto e fosforo» spiegano i tecnici, Daniele Tenni e Marco Romani.

ATTENZIONE AL TURN OVER DELLE PAGLIE

Una delle cause principali di achioki ed elmintosporiosi è l’accumulo nel suolo di acido solfidrico e di acidi organici ridotti (acetico e butirrico). Questi ultimi vengono prodotti sorattutto quando la decomposizione della sostanza organica fresca avviene in ambiente riducente. Il fenomeno è tipico del suolo sommerso. Un elevato turnover delle paglie di riso è, quindi, fondamentale, avvisano gli esperti. Per questo, è necessario considerare lo stato nutrizionale della coltura e la fertilità del suolo.

Per contrastarla si usano il sovescio di leguminose, e in particolare di veccia, la sommersione invernale che induce la mineralizzazione e la degradazione della paglia, la gestione dell’acqua AWD, l’incorporazione dei residui colturali nel periodo autunnale, attraverso l’aratura o la minima lavorazione. « L’impiego di fungicidi può risultare efficace soltanto se inserito in una strategia di lotta mirata al controllo del brusone» avvertono i tecnici dell’Ente Risi. I tecnici invitano a effettuare una completa analisi del suolo.

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