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FASCE TAMPONE E ROTAZIONE NEGLI ECO-SCHEMI?

da | 19 Set 2021 | NEWS

Foto aerea_ Giotto droni

Come sappiamo, al tavolo di partenariato dell’8 settembre il Mipaaf ha presentato sette possibili eco-schemi. Ora ne discuterà con i sindacati agricoli, chiamati a contribuire alla definizione delle pratiche da cui dipenderà l’erogazione del 25% della futura Pac. Una decisione va presa entro il 31 dicembre 2021.

Eco-schemi e fasce tampone

Il mondo del riso sta riflettendo molto seriamente su questo argomento, anche perché il rischio di essere schiacciati tra le esigenze di colture più importanti è alto. L’obiettivo dei sindacati del triangolo d’oro della risicoltura italiana e dell’Ente Risi dev’essere quello di individuare delle misure ecologiche che si attaglino anche alla risicoltura, posto che il Ministero punta a varare eco-schemi che siano trasversali per tutte le colture. Ad esempio, i fossetti per la tutela della biodiversità che oggi sono finanziati dai Psr – si ricorda che le misure finanziate dalla Pac non potranno essere finanziate anche dallo sviluppo rurale – non sono abbastanza trasversali per rientrare in un eventuale corrispondente eco-schema, mentre lo sarebbero le fasce tampone.

La strada che circonda la risaia potrà essere considerata fascia tampone? E se potrà esserlo, come rilevarla se ora è considerata non eleggibile? E’ prevista, si sa, una riforma del sistema di rilevazione ed è auspicabile che tenga conto del fatto che una ripa o una strada è tutt’uno con una risaia, ma è illusorio pensare che la revisione riesca a risolvere i problemi derivanti dalla sovrapposizione di foto aeree e mappe catastali, le cui differenze stanno complicando la vita ai CAA e agli agricoltori (anche perché il problema si riflette sulla Pac grafica ma anche sui Pai). Questo è solo uno dei problemi applicativi con cui si dovrà fare i conti, una volta deciso quali misure inserire in ogni eco-schema.

Regime speciale e “immunità” per il riso

Si sa che l’Ente Risi ipotizza un regime speciale per il nostro settore. Ne ha parlato con Giuseppe Blasi, il potente capo dipartimento di via XX settembre da cui dipende l’intera agricoltura italiana. Non è scontato che si arrivi a una qualche “immunità” per il riso. Perciò si sta ragionando anche su come altre misure trasversali possano ricadere sulla risaia. Ad esempio, la rotazione. Non se ne parla ancora, giacché si discute di avvicendamento colturale, ma alcuni hanno osservato che questa pratica sarebbe in linea con la strategia green di Bruxelles, che mira a ridurre gli agrofarmaci e a diffondere il diserbo meccanico.

In questa direzione potrebbe affermarsi il set-aside lavorato, che complicherebbe la vita ai consorzi irrigui – anche se è difficile pensare che saranno ridotti i costi a carico delle aziende – e ai piccoli produttori, soprattutto a quelli che confinano con aziende che non applichino la stessa misura e magari, mentre un agricoltore deve lavorare il terreno in set-aside, stanno irrigando la risaia a monte, con ovvie conseguenze sul lavoro del vicino. Insomma, si ragiona (e si mugugna), ma almeno si prende coscienza della delicatezza di questo passaggio storico, che cambierà radicalmente il settore primario. Cercheremo di tenervi informati, malgrado il Ministero non diffonda informazioni tecniche ma solo generiche dichiarazioni politiche. Autore: Paolo Viana

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