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NASCE IL PARTITO DELLA SOMMERSIONE

da | 19 Gen 2018 | NEWS

La Coutenza Canali Cavour ha organizzato, presso la sede di Novara dell’Associazione Irrigazione Est Sesia, un incontro finalizzato ad analizzare, anche alla luce degli eventi meteorologici sempre più estremi, l’impatto sui comprensori irrigui della diffusione della coltivazione del riso con la tecnica della semina interrata e delle successive bagnature o sommersioni, anziché con la con la tradizionale tecnica della sommersione. La nuova tecnica della semina interrata, prima presente solo in alcune porzioni della Lomellina, ora è molto diffusa in tutto il contesto risicolo dell’Italia nord occidentale e la sua diffusione, favorita dai minori costi di produzione e dalla crisi del settore, determina una diversa distribuzione temporale del servizio irriguo, che ha inizio a partire dalla prima decade di giugno e che si protrae, a volte, fino alla seconda decade di settembre per effetto di semine sempre più tardive.

Il posticipo dell’utilizzo della risorsa irrigua, causa un progressivo e sempre più accentuato ritardo dell’attivazione dei fontanili e delle antiche modalità di riproduzione e riutilizzo delle acque. Tale ritardo, oltre a rappresentare un oggettivo e gravoso elemento di riduzione della disponibilità irrigua per gli utenti, soprattutto per quelli posti nelle porzioni più a sud dei comprensori risicoli, determina il ritardato innesco delle restituzioni di risorsa ai corsi d’acqua principali, soprattutto Po, Ticino e Adda. Una ulteriore espansione della semina interrata, che ad oggi si attestata intorno al 44% della superficie investita a riso, potrebbe pertanto indurre variazioni negli assetti ambientali da sempre garantiti dalla risaia tradizionale.

Alla luce di queste premesse i presenti all’incontro hanno valutato una bozza di documento per richiedere alle autorità competenti una serie di misure da adottare per gestire, in accordo con il mondo agricolo, il diffondersi della tecnica della semina interrata del riso. Il documento adottato prevede da un lato strumenti di monitoraggio sull’evoluzione della semina del riso e sugli impatti della stessa sul sistema irriguo, territoriale e ambientale. Dall’altro formula proposte per specifiche misure di sostegno al reddito per chi pratica la virtuosa tecnica tradizionale della sommersione. Una tecnica che, più di altre, secondo una serie di grafici statistici e dimostrativi presentati nel corso della riunione, fa sì che l’acqua distribuita per la coltivazione del riso, dopo circa 90 giorni determini, in assenza di piogge, un incremento di portata molto significativo lungo l’intera asta del Po, contribuendo a limitare gli effetti delle sempre più ricorrenti siccità estive.

«La semina tradizionale praticata con il metodo della sommersione costituisce un esempio virtuoso di impiego della risorsa idrica», ha spiegato il presidente di Cia Lombardia Giovanni Daghetta. «L’acqua dei fiumi, che altrimenti finirebbe in mare, viene rallentata e condotta alle colture, per poi rimpinguare la falda sotterranea ed essere quindi lentamente restituita all’ambiente e agli stessi fiumi a cui era stata sottratta». Il testo del documento predisposto, recepite le osservazioni di tutti gli intervenuti, sarà inviato ai Ministeri ed alle Regioni per attivare, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, specifiche misure a sostegno della coltivazione del riso con la tradizionale tecnica della sommersione, che è l’elemento che più favorisce la ricarica delle falde e quindi la restituzione delle portate nel Po. All’incontro novarese hanno partecipato l’Associazione Irrigazione Est Sesia, l’Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia, il Consorzio Est Ticino Villoresi, il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, la Coutenza Canali Lanza, Mellana e Roggia Fuga, l’Ente Nazionale Risi e le Associazioni Sindacali di Categoria delle Province di Vercelli, Biella, Novara e Pavia: una vera e propria “lobby” che chiede a gran voce alla politica di occuparsi di un tema decisivo per il territorio.

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