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A CHI SERVE BORSA TELEMATICA?

da | 21 Set 2016 | NEWS

Gruppo Roma

soldiSiamo in pieno raccolto, le Borse risi sono ancora ferme ma mordono il freno. Sbuffano. Scalciano. Appaiono inquiete e lanciano segnali inquietanti. Si dice che l’industria abbia poco appetito, che Carnaroli e soci crolleranno. Che l’indica non si rialzerà. Che il Baldo ne vedrà di tutti i colori. Che solo i lunghi A da parboiled recupereranno terreno. Boatos. Chiacchiere. Ma tante. Non a caso, l’Ente Nazionale Risi ha convocato per il 12 ottobre i giornalisti, allo scopo di presentare le proprie stime di raccolto: meglio spiegarli per primi certi dati, visto che si prevede una marcata instabilità nei prezzi.

Visto lo scenario che si profila, vogliamo lanciare ancora un’occhiata sull’annosa questione delle Borse. Sui giornali sono già comparsi diversi articoli – spesso rimandando alle rivelazioni di Risoitaliano.eu – che trattano di una possibile chiusura delle Borse Merci locali, con il trasferimento delle contrattazioni dei risoni alla Bmti, Borsa Merci Telematica Italiana. I mediatori specializzati del settore hanno già espresso la loro contrarietà a simili operazioni, mentre acquirenti e venditori per ora tacciono. Per capirne di più, ci siamo fatti un giro a Vercelli e la sensazione è che tra chi lavora sul listino di quella borsa le perplessità siano forti, rispetto sia alla chiusura delle Borse per demandare la loro attività alla Commissione unica nazionale, sia al trasferimento delle contrattazioni in seno alla Bmti. Giova ricordare che quest’ultima offre da anni la possibilità di trattare i risoni attraverso la sua struttura, ma il gradimento degli operatori finora è stato alquanto basso. Un insuccesso che è difficile imputare al “tradizionalismo” degli operatori. Vediamo quali sono, secondo i pareri che abbiamo raccolto  in Piazza Zumaglini, le vere ragioni ostative, auspicando peraltro che chi sostiene l’operazione Bmti, anziché lavorare nelle segrete stanze, voglia discutere pubblicamente sull’utilità di questo cambiamento.

Innanzi tutto, le particolarità della trattazione del risone, il cui valore commerciale è determinato da molti fattori (fragilità del granello, difetti vari, ecc.), richiedono una analisi approfondita della merce da parte dell’acquirente. Di norma questi verifica il referto di laboratorio che indica resa e difetti, oltre a valutare visivamente il campione  del risone e del riso lavorato ottenuto.  Opportunità che una borsa telematica non può offrire.

Altra perplessità riguarda  la formazione del listino prezzi. Attualmente la qualità del risone trattato in Bmti, se non erriamo, è suddivisa in “A” per le partite sane, e “B” per quelle difettose: una semplificazione eccessiva della realtà da rappresentare.  Il regolamento del Listino della Borsa Merci di Vercelli, che viene applicato attualmente, in proposito recita:  “Saranno esclusi quei prezzi che si riferiscono ad una sola operazione o ad operazioni diverse ma non significative o che si ha fondato motivo di ritenere che rappresentino  prezzi di affezione o che siano la risultanza di operazioni fittizie o fatte allo scopo di falsare la reale situazione del mercato.”  Per un accordo stipulato all’interno della Commissione, si rispettano anche i seguenti criteri, pubblicati contestualmente al Listino Prezzi: “Prezzi minimi e massimi  in relazione alla resa e alla  qualità. Merce nuda al  tenimento per quantità  superiore a 10 tonnellate. I prezzi si intendono per  pagamento 60 giorni data  contratto.” Un accordo non scritto esclude anche i prezzi delle partite estremamente difettose a causa di anomalie di coltivazione, essiccazione o conservazione, come le partite eccezionalmente belle. Queste regole sono condivise ed applicate dai Commissari del listino (che percepiscono solo 6 euro a seduta), i quali rappresentano paritariamente venditori, acquirenti e mediatori. Il contraddittorio che si sviluppa garantisce che gli interessi di parte non prevalgano. Inoltre, la Borsa Merci attuale è dotata di un apposito Comitato, che ha il compito di vigilare sulla correttezza commerciale delle contrattazioni.

Improbabile pensare che un sistema informatico possa elaborare il listino tenendo conto di tutti i criteri citati ed eseguire i dovuti controlli. La migrazione in Bmti avrebbe forse l’unico vantaggio di produrre statistiche in tempo reale delle quantità trattate e le relative medie annue ponderate. Questo a patto, però, che tutte le contrattazioni avvenissero su quella piattaforma e che si prendessero tutte le misure necessarie ad evitare spiacevoli inconvenienti: un database di chi ha comprato cosa ed a che prezzo dovrebbe essere ben difeso perché se quei dati sfuggissero al controllo si creerebbero problemi commerciali e legali enormi, favorendo i concorrenti di chi ha concluso i contratti. Inoltre, se mancasse un raffronto dei contratti con i buoni di trasferimento dell’Ente Risi, potrebbero essere inseriti dei contratti fasulli, allo scopo di modificare le medie. Addirittura, se il passaggio delle transazioni dalla Bmti non fosse totale, al di  là di statistiche di vendita fasulle, una selezione dei contratti da inserire potrebbe influenzare il mercato… Insomma, si creerebbe un bel ginepraio! Con quali vantaggi? E, soprattutto, per chi?

Vale la pena di ricordare anche che oggi la gestione delle contestazioni viene gestita attualmente a costi ridotti e con celerità da un Collegio Arbitrale dedicato, applicando un contratto tipo recentemente unificato tra le tre Camere di Commercio delle Province di Vercelli-Biella, Novara e Pavia, dove si produce il 90% del riso italiano, che definisce puntualmente le regole dell’esecuzione dei contratti e prevede la sottoscrizione di una clausola compromissoria, che impegna i contraenti a risolvere le contestazioni prioritariamente mediante arbitrato. Se gli operatori confermassero la contrarietà all’utilizzo della Bmti, nessuno potrebbe vietare loro di effettuare contrattazioni private, con condizioni stabilite di volta in volta, e con le contestazioni risolte tramite la giustizia civile, notoriamente lentissima e costosissima. Il rischio di un imbarbarimento del mercato – secondo questo punto di vista – non è del tutto remoto. 

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