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PERCHE’ I PSR SI SONO FERMATI?

da | 13 Gen 2017 | Norme e tributi

contratti agricoltura

I Programmi di Sviluppo Rurale europei (PSR) finanziati nel periodo 2007-2013 hanno beneficiato di un budget complessivo di 95,8 miliardi di euro. Entro la fine del 2016, la Commissione europea ha deciso di effettuare la chiusura per 64 programmi di sviluppo rurale in 23 Stati membri, che rappresentano il 70%del totale dei PSR. Molti di questi programmi hanno utilizzato i fondi disponibili per intero, contribuendo a un livello molto elevato di esecuzione complessivo, che supera il 99%. Tra i virtuosi ci sono anche Lombardia e Piemonte, che hanno utilizzato rispettivamente il 99,8% e il 98,2% dei fondi assegnati. Ancor più brillanti Emilia-Romagna e Veneto, che raggiungono il 100%. Si tratta di 470,1 milioni su 471,1 per la Lombardia, e di 434 su 442 per il Piemonte. I restanti 28 programmi dovrebbero essere chiusi nel 2017.   (LEGGI IL DOCUMENTO). E’ proprio guardando all’anno nuovo e al Psr in corso che la situazione cambia sensibilmente: a pari data, sul budget 2014-2020, l’Italia sarebbe riuscita a spendere solo il 4,1% del totale e tra le Regioni in affanno ci sarebbe il Piemonte, mentre la Lombardia si fermerebbe a 7,96%, quando il Veneto totalizzerebbe già il 9,67%. Usiamo il condizionale perché si tratta, ovviamente, di una situazione in divenire, ma ugualmente preoccupante e denunciata da numerosi osservatori indipendenti, che può essere spiegata con difetti di costruzione dei Piani e di comunicazione ai potenziali utenti: abbiamo documentato nei mesi scorsi le difficoltà delle aziende agricole piemontesi (leggi l’articolo) nell’accesso a questi fondi, dando conto anche dei problemi sorti in terra lombarda, dove la partita comunque viene gestita in modo più lineare. Purtroppo, entrare nei meccanismi dell’amministrazione risulta difficile persino per i sindacati agricoli, tuttavia auspichiamo che le Regioni facciano due cose: spieghino i veri motivi di questo ritardo e soprattutto recuperino il terreno perduto. Ribadiamo quello che abbiamo già scritto in passato e cioè che il nostro obiettivo non è polemizzare, ma sollevare i problemi affinché siano risolti, perché riteniamo che questo sia l’obiettivo di chi ci legge: i risicoltori.

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