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RITIRANO, RITIRANO, RITIRANO…

da | 6 Dic 2024 | NEWS

ritiri

Mercato riflessivo lato domanda, che acquista ma senza forzare la mano e ponendosi dei limiti di prezzo. Questi, in alcuni casi, sono lievemente al di sotto di quanto pagato fino a poco tempo fa. Ne consegue che le poche variazioni a listino siano negative, in linea con quanto avvenuto ad inizio settimana (LEGGI). Le riserie ritirano a gran ritmo la merce acquistata, con ben 39.308 tonnellate trasferite nell’ultima settimana (VEDI).

RITIRANO MOLTO RISONE, QUANTO NE RESTA?

Tale valore ci porta ad un complessivo pari a 410.522, in difetto rispetto allo scorso anno di 20.670 tonnellate a pari data. Risulta ancora impossibile conoscere i dati su raccolto e giacenze, a differenza dello scorso anno quando ne eravamo già a conoscenza. Ciò potrebbe scaturire dai ritardi nella raccolta, anche se la scadenza per la consegna della denuncia di produzione era l’11 novembre. (Avviso)

Nell’attesa di conoscere le reali disponibilità residue, sembra che le stime scaturite dai dati sull’investimento in ettari abbiano indirizzato in questi primi mesi di mercato la gestione dell’offerta da parte delle industrie. In alcuni casi in relazione a queste si sono sviluppate dinamiche di prezzo che hanno reso il prodotto nostrano più o meno competitivo sui mercati internazionali.

SI PREVEDONO GIACENZE AI MINIMI PER IL MERCATO INTERNO

Partiamo dal mercato interno. I quantitativi trasferiti ad oggi risultano in linea con quanto avvenuto lo scorso anno, nonostante le superfici investite siano in calo e le prospettive produttive e di resa siano negative, soprattutto per Arborio e Carnaroli . Se confrontiamo i valori più recenti con quanto proposto da Ente Risi il 5 dicembre 2023 (VEDI) si nota come per il gruppo Arborio siamo sostanzialmente al pari dello scorso anno e per il gruppo Carnaroli il risone trasferito sia in crescita di 4.000 tonnellate. Dunque le riserie hanno cercato di comprare il più possibile in questi mesi, portandoci probabilmente ad avere giacenze minime ad oggi. In questo frangente non sembrano disposte a spendere più di quanto espresso dai listini. Nei casi di gruppo Arborio e Caravaggio e similari faticano a riconoscere i 100 €/q lordi ufficiali a Mortara.

Considerando questi numeri, per i risicoltori la scelta giusta sembra essere di non cedere a prezzi scontati, consci che a prezzi elevati si fatica a vendere al dettaglio. Anche i gruppi Roma, con superfici in calo, e Vialone Nano, considerando la scarsa produttività riscontrata, sembra possano avere un futuro positivo a listino. Per il gruppo S. Andre, a cui si affianca come consueto il riso fuori griglia Gloria, i dati a disposizione non sono molto eloquenti. Si presume che gran parte della merce sia ormai venduta, dal momento che i mediatori iniziano a parlare di contratti di coltivazione per la prossima campagna. Le maggiori incertezze riguardano il gruppo Baldo/Cammeo, più seminato nell’ultima campagna agronomica e con produzioni non così carenti, molto dipenderà dagli sviluppi al commercio.

TONDI A DUE VELOCITÀ

Per i tondi generici, come Omega ed Enea, si prevedeva e si prevede una disponibilità maggiore dello scorso anno. Questo ha portato a prezzi bassi fin da subito e ad una minor “foga” all’acquisto delle riserie, con trasferimenti leggermente al di sotto dello scorso anno. Si attendono giacenze importanti per questi risi e non sorprende che si fatichi ad oltrepassare i 45 €/q lordi tornati ufficiali anche a Mortara. Va meglio per Araldo, quotato e scambiato tra i 48 ed i 50 €/q lordi, forse per un’adattabilità ad altri mercati più performanti. Uno dei migliori di recente è sicuramente il riso da sushi, dove le disponibilità per i risi tondi più apprezzati, come Selenio, Centauro, Fortunato e Sinfonia, sono previste in calo portando all’ottima valutazione attuale.

Le giacenze, tuttavia, non ci attendiamo essere così deficitarie, non essendo questi gli unici risi acquistati per il sushi. Per questo mercato sono diversi i granelli adatti, anche tra medi e lunghi A cristallini. Nelle sale di contrattazione sembra permanere una buona richiesta, con trasferimenti a ritmi sostenuti. Per i medi generici, molto più coltivati del solito, il quantitativo trasferito è decisamente maggiore dello scorso anno, portandoci a prevedere giacenze non così elevate e con un rapporto con la produzione in linea con il consueto. I prezzi non hanno mai ecceduto i 50 €/q lordi per questi risi che però sembrano aver trovato collocamento agile, in buona parte proprio nel mercato da sushi.

TIPI RIBE E LOTO IMPREVEDIBILI

I lunghi a da parboiled/export (ex tipo Ribe e tipo Loto), decisamente più prodotti, sono nel complesso più trasferiti dello scorso anno, forse in seguito a prezzi competitivi anche sul mercato internazionale. Per questi risi l’andamento a listino è stato a tratti di difficile lettura, con variazioni nelle diciture e dubbi su cosa esse comprendessero. Riassumendo, Vi sono risi con disponibilità previste abbondanti e destinazioni di mercato poco versatili (per lo più parboiled) rimasti su valutazione basse, come Diva confermato a 43 €/ q lordi. Vi sono poi risi adatti a più mercati, come detto primo fra tutti il sushi ma anche il mercato interno in alcuni casi, e disponibilità minori che hanno fatto più gola ai compratori. Questo ha portato a prezzi migliori e ad un collocamento più agevole. In questo caso però, non essendoci dati raggruppati nello stesso modo delle diciture a listino, risulta pressoché impossibile fare previsioni e distinzioni precise.

LUNGHI B BLOCCATI DALL’IMPORT

Infine i lunghi B, risi meno prodotti dello scorso anno e con trasferimenti decisamente al di sotto del consueto. La differenza tra il risone totale uscito dai magazzini dei risicoltori al 3 dicembre 2024 rispetto allo stesso giorno del 2023, citata in apertura, è minore rispetto a quella relativa ad i soli lunghi B (-27.511 tonnellate trasferite). Questo potrebbe scaturire dal prezzo importante per questo comparto avuto fin da inizio mercato, 50 €/q lordi. Tale valore ha reso maggiormente competitive le produzioni estere. Ciò, unito ad un calo nei noli di trasporto, ha portato all’importante aumento nelle importazioni registrato da Ente Risi (+40% per i risi indica). Forti di queste coperture, i compratori cercano nelle ultime sedute di calare l’offerta economica, con i 49 €/ q lordi di Vercelli confermati ufficialmente anche a Mortara. Per i risicoltori sarà importante capire le giacenze per valutare se cedere ai ribassi o meno. Autore: Ezio Bosso

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CONSUMI TRAINATI DAI PREZZI

Il rapporto annuale dell’Ente risi ha scatenato il dibattito. La notizia pi— ghiotta Š quel boom delle vendite di riso che non si vedeva da anni e che nel 2005 ha portato i consumi di cereale da 6 a oltre 7 chili pro capite all’anno. Per tanto, per troppo tempo il riso era rimasto bloccato a quota cinque. Se si considera che, parallelamente, si registra un calo dei consumi di pasta, c’Š di che riflettere. E gli operatori del settore lo stanno facendo intensamente. Ecco cosa pensano.

IL RISOTTO SALVA L’ITALIANO

Il risotto salva la lingua italiana nel mondo. Se l’idioma di Dante e Manzoni, malgrado l’invasione di anglicismi, gode ancora di buona salute, al punto che riesce ad esportare proprie parole e ad imporsi nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico, lo deve anche al nostro cereale. La parola "risotto", insieme ad altre come stracchino, pizza, panettone, rucola e tiramis— Š entrata infatti nella comunicazione culinaria del villaggio globale. La notizia Š sul Corriere della Sera.

UN RISOTTO PER SEUL

La Corea del Sud potrebbe essere un nuovo mercato per il riso italiano. L’idea non Š cos paradossale se si considera questo paese come la testa di ponte per organizzare una massiccia esportazione del prodotto nazionale nel Far East. A lanciarla Š il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno, che nel paese orientale ha appena incontrato i ministri del Commercio, Kim Hyun-Chong, e dell’Agricoltura, Park Hong-Soo e con loro ha posto delle basi per un accordo commerciale.

ROMA CAMBIA IL PREZZO

All’inizio dell’anno abbiamo scoperto che comprare un pacchetto di riso a Roma costa tanto, talvolta tantissimo. L’incremento del prezzo dal produttore al consumatore si aggirava intorno al 100%. CioŠ il prezzo raddoppiava e in qualche caso anche peggio. Ebbene, a distanza di nove mesi, la situazione com’Š cambiata? Il riso italiano nella capitale costa meno? Oppure il listino si Š surriscaldato? Riso Italiano Š andato a far visita ad alcuni esercizi commerciali ed ecco il risultato.

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