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PREZZI USA IN DISCESA

America
Negli Stati Uniti, secondo quanto riporta il rapporto mensile Osiriz, realizzato da Patricio Méndez del Villar, ricercatore presso il Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement – Cirad in Francia (www.cirad.fr), i prezzi del riso sono scesi dell’1,5% a settembre in un mercato relativamente attivo.
Sono iniziate ad arrivare forniture più abbondanti grazie a un ulteriore aumento della produzione. A settembre, le esportazioni sono cresciute a 275.000 tonnellate dalle 195.000 tonnellate di agosto, con un anticipo del 43% rispetto al 2023. A settembre, il prezzo indicativo del riso Long Grain 2/4 era di 770 dollari la tonnellata, contro i 780 dollari la tonnellata di agosto. A metà ottobre, il prezzo si era notevolmente stabilizzato a 790 dollari la tonnellata. Al Chicago Board of Trade, i futures sul risone sono saliti dell’1,6% a 335 dollari la tonnellata dai 329 dollari la tonnellata di agosto. A metà ottobre, i prezzi dei futures erano stabili a 334 dollari la tonnellata.

MERCOSUR: ECCEDENZE DI ESPORTAZIONI AL MINIMO

Nel Mercosur, i prezzi all’esportazione sono scesi dell’1,5% in un mercato fiacco a causa delle minori offerte di esportazione. Le eccedenze di esportazione sono al minimo, soprattutto in Uruguay e Paraguay. Il prezzo indicativo del risone brasiliano è salito dell’1,4% a 429 dollari la tonnellata dai 424 dollari la tonnellata di agosto. A metà ottobre, il prezzo del risone era ancora in aumento a 433 dollari la tonnellata. Nell’Africa sub-sahariana, l’offerta di mercato rimane piuttosto moderata a causa del calo delle scorte. Nei Paesi in cui sono iniziati i primi raccolti, l’offerta tende ad aumentare. Tuttavia, le forniture locali di riso dovrebbero migliorare con l’avvicinarsi della stagione secca nell’ultimo trimestre dell’anno. Sui mercati interni, i prezzi rimangono stabili grazie alle nuove importazioni asiatiche, che dovrebbero accelerare con il ritorno dell’India sul mercato delle esportazioni.

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LORO LO VENDONO AI CINESI!

Quando sono partiti, girava la battuta che fossero andati per cercar di vendere il riso ai cinesi e in effetti c’Š anche il riso tra i prodotti tipici che la Lombardia propone al grande mercato di Pechino. Sono tornati soddisfatti dalla missione di Federlombarda agricoltori a Shenzen e Shangai: agricoltori, industriali, rappresentanti di consorzi hanno messo insieme un pacchetto fatto di Grana padano, Bresaola della Valtellina, Gorgonzola dop e riso della Lomellina, naturalmente.

CONSUMI TRAINATI DAI PREZZI

Il rapporto annuale dell’Ente risi ha scatenato il dibattito. La notizia pi— ghiotta Š quel boom delle vendite di riso che non si vedeva da anni e che nel 2005 ha portato i consumi di cereale da 6 a oltre 7 chili pro capite all’anno. Per tanto, per troppo tempo il riso era rimasto bloccato a quota cinque. Se si considera che, parallelamente, si registra un calo dei consumi di pasta, c’Š di che riflettere. E gli operatori del settore lo stanno facendo intensamente. Ecco cosa pensano.

IL RISOTTO SALVA L’ITALIANO

Il risotto salva la lingua italiana nel mondo. Se l’idioma di Dante e Manzoni, malgrado l’invasione di anglicismi, gode ancora di buona salute, al punto che riesce ad esportare proprie parole e ad imporsi nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico, lo deve anche al nostro cereale. La parola "risotto", insieme ad altre come stracchino, pizza, panettone, rucola e tiramis— Š entrata infatti nella comunicazione culinaria del villaggio globale. La notizia Š sul Corriere della Sera.

UN RISOTTO PER SEUL

La Corea del Sud potrebbe essere un nuovo mercato per il riso italiano. L’idea non Š cos paradossale se si considera questo paese come la testa di ponte per organizzare una massiccia esportazione del prodotto nazionale nel Far East. A lanciarla Š il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno, che nel paese orientale ha appena incontrato i ministri del Commercio, Kim Hyun-Chong, e dell’Agricoltura, Park Hong-Soo e con loro ha posto delle basi per un accordo commerciale.

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