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IL PIEMONTE CORREGGE IL DEFLUSSO SPERIMENTALE

da | 7 Set 2024 | NEWS

Baraggia
La Regione Piemonte ha deliberato di modificare le regole del deflusso ecologico durante la attuale fase di sperimentazione.

DEFLUSSO ECOLOGICO E DEFLUSSO MINIMO VITALE

Ciò potrebbe risolvere il caso Baraggia (leggi l’articolo) e rispondere così alle critiche sollevate dagli agricoltori (leggi l’articolo). Come si sa, il deflusso ecologico sostituirà il deflusso minimo vitale, inasprendo le norme che impediscono di derivare oltre una certa percentuale della risorsa idrica di un corso d’acqua. Entrerà in vigore dal 2027 ma può essere sperimentato prima, nella speranza di diminuire il divario tra il rilasciato e il derivato sulla base della “sopravvivenza” dell’eco sistema a diverse percentuali di derivato.
La sperimentazione è a carico dei consorzi irrigui ma deve osservare determinate norme. Finora si doveva mantenere nell’alveo comunque il 60% del deflusso ecologico calcolato presso le derivazioni: qualche giorno fa, la Regione ha fatto cadere il vincolo al 60%. Non c’è più questo limite anche se va concordato su un tavolo tecnico la quota di rilascio e si fanno i monitoraggi su ambiente e biodiversità e si controlla come cambiano in funzione delle percentuali concordate. Inoltre, la Regione ha ridotto al 50% la possibilità di deroga in caso di siccità, dopo le proteste del mondo agricolo, seguite da quelle della Provincia e di Aios.

SPERIMENTAZIONE IN BARAGGIA

Ora la Dora Baltea è in sperimentazione e potrà farla anche la Sesia, da cui dipende l’irrigazione della zona di Baraggia rimasta a secco. Per sbloccare la situazione e attivare la sperimentazione sulla Sesia ora serve una delibera, che è data per scontata e che dovrebbe essere adottata dalla Regione a ottobre. Adesso la Coldiretti, che ha incontrato tutti i consorzi irrigui, chiede un coordinamento  tra questi enti e il mondo agricolo per una politica interprovinciale delle acque irrigue e del deflusso. (Nella foto, il governatore del Piemonte Cirio)
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CONSUMI TRAINATI DAI PREZZI

Il rapporto annuale dell’Ente risi ha scatenato il dibattito. La notizia pi— ghiotta Š quel boom delle vendite di riso che non si vedeva da anni e che nel 2005 ha portato i consumi di cereale da 6 a oltre 7 chili pro capite all’anno. Per tanto, per troppo tempo il riso era rimasto bloccato a quota cinque. Se si considera che, parallelamente, si registra un calo dei consumi di pasta, c’Š di che riflettere. E gli operatori del settore lo stanno facendo intensamente. Ecco cosa pensano.

IL RISOTTO SALVA L’ITALIANO

Il risotto salva la lingua italiana nel mondo. Se l’idioma di Dante e Manzoni, malgrado l’invasione di anglicismi, gode ancora di buona salute, al punto che riesce ad esportare proprie parole e ad imporsi nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico, lo deve anche al nostro cereale. La parola "risotto", insieme ad altre come stracchino, pizza, panettone, rucola e tiramis— Š entrata infatti nella comunicazione culinaria del villaggio globale. La notizia Š sul Corriere della Sera.

UN RISOTTO PER SEUL

La Corea del Sud potrebbe essere un nuovo mercato per il riso italiano. L’idea non Š cos paradossale se si considera questo paese come la testa di ponte per organizzare una massiccia esportazione del prodotto nazionale nel Far East. A lanciarla Š il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno, che nel paese orientale ha appena incontrato i ministri del Commercio, Kim Hyun-Chong, e dell’Agricoltura, Park Hong-Soo e con loro ha posto delle basi per un accordo commerciale.

ROMA CAMBIA IL PREZZO

All’inizio dell’anno abbiamo scoperto che comprare un pacchetto di riso a Roma costa tanto, talvolta tantissimo. L’incremento del prezzo dal produttore al consumatore si aggirava intorno al 100%. CioŠ il prezzo raddoppiava e in qualche caso anche peggio. Ebbene, a distanza di nove mesi, la situazione com’Š cambiata? Il riso italiano nella capitale costa meno? Oppure il listino si Š surriscaldato? Riso Italiano Š andato a far visita ad alcuni esercizi commerciali ed ecco il risultato.

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