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I CINESI TROVANO L’ANELLO MANCANTE

da | 14 Apr 2018 | Internazionale, Uncategorized

Alcuni ricercatori cinesi hanno scoperto tracce che mostrano il passaggio dalla fase del riso selvatico alle prime coltivazioni di riso. I ricercatori dell’Accademia delle scienze cinese (CAS) hanno trovato campioni di phytolith, una cellula microscopica di biossido di silicio, nel sito archeologico di Hehuashan, situato a valle del fiume Qiantang nella provincia orientale del Zhejiang: hanno scoperto e analizzato i fitoliti a forma di ventaglio contenuti nelle foglie di riso.

Un cambiamento nella quantità e nella forma di questi ultimi elementi trovati sul sito, risalenti al neolitico antico sembra indicare il passaggio di riso selvatico a riso coltivato al momento dell’occupazione umana. Questa sarebbe una prova di una possibile manipolazione del riso selvatico ai tempi della cultura Shangshan, risalente a circa 10.000 anni fa. La coltivazione del riso ha attraversato un lungo processo di evoluzione. «Le popolazioni antiche hanno compreso che il riso selvatico poteva dare risposte ai loro bisogni alimentari – ha affermato Wu Yan, docente presso l’Istituto di Paleontologia e Paleoantropologia dei Vertebrati del CSA – Poi hanno imparato a raccogliere e quindi a conservare il riso selvatico per coltivarlo». I fitoliti erano in grado di resistere alla corrosione ed erano ben conservati. Secondo Wu, molti ritengono che questa sia una scoperta chiave per la ricerca sulle origini del riso.

PREMIO ALLA RISICULTRICE

Riso in rosa. Chi ha detto che la tipica donna della risaia sia Silvana Mangano? La diva di "Riso Amaro" (nella foto) e le sue colleghe mondine non esauriscono la presenza femminile nel mondo del riso. Lo dimostra il caso di Lisa Greppi, una giovane imprenditrice del settore risicolo che Š stata premiata dal Ministero delle politiche agricole per il suo impegno. Lisa Greppi Š titolare dell’omonima azienda agricola ubicata nel vercellese e il premio che ha ricevuto si chiama Deaterra.

LORO LO VENDONO AI CINESI!

Quando sono partiti, girava la battuta che fossero andati per cercar di vendere il riso ai cinesi e in effetti c’Š anche il riso tra i prodotti tipici che la Lombardia propone al grande mercato di Pechino. Sono tornati soddisfatti dalla missione di Federlombarda agricoltori a Shenzen e Shangai: agricoltori, industriali, rappresentanti di consorzi hanno messo insieme un pacchetto fatto di Grana padano, Bresaola della Valtellina, Gorgonzola dop e riso della Lomellina, naturalmente.

CONSUMI TRAINATI DAI PREZZI

Il rapporto annuale dell’Ente risi ha scatenato il dibattito. La notizia pi— ghiotta Š quel boom delle vendite di riso che non si vedeva da anni e che nel 2005 ha portato i consumi di cereale da 6 a oltre 7 chili pro capite all’anno. Per tanto, per troppo tempo il riso era rimasto bloccato a quota cinque. Se si considera che, parallelamente, si registra un calo dei consumi di pasta, c’Š di che riflettere. E gli operatori del settore lo stanno facendo intensamente. Ecco cosa pensano.

IL RISOTTO SALVA L’ITALIANO

Il risotto salva la lingua italiana nel mondo. Se l’idioma di Dante e Manzoni, malgrado l’invasione di anglicismi, gode ancora di buona salute, al punto che riesce ad esportare proprie parole e ad imporsi nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico, lo deve anche al nostro cereale. La parola "risotto", insieme ad altre come stracchino, pizza, panettone, rucola e tiramis— Š entrata infatti nella comunicazione culinaria del villaggio globale. La notizia Š sul Corriere della Sera.

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