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FAO: RISO – 1,7%

FAO

Secondo le ultime stime della Fao, la produzione mondiale di riso nel 2022 è scesa dell’1,7% a 778,4 milioni di tonnellate (516,9 milioni di tonnellate base lavorato), contro i 792,1 milioni di tonnellate del 2021.

FAO: CLIMA PESSIMO IN ASIA DEL SUD

La produzione è diminuita a causa delle cattive condizioni climatiche in Asia meridionale, soprattutto in Pakistan, dove i raccolti sono diminuiti del 30%. In Cina la produzione è diminuita dell’1,3%, così come in Vietnam. Al contrario, la produzione indiana e tailandese è aumentata. Negli Stati Uniti, la produzione è diminuita di un altro 16% a seguito di un ulteriore calo dei semiantivi. Nel Mercosur, la produzione è diminuita dell’11%, tornando ai livelli del 2019. Nell’Africa sub-sahariana, la produzione di riso è stata nuovamente interrotta dalla carenza di input e dalle inondazioni. Tuttavia, la produzione africana nel 2023 potrebbe migliorare, soprattutto nell’Africa occidentale.

LE STIME FAO PER IL 2023

Nel 2023, le stime attuali della produzione mondiale indicano un miglioramento dell’1,3%, grazie anche alla ripresa della produzione pakistana e cinese. Negli Stati Uniti, la produzione potrebbe recuperare il livello del 2021. Questo rapporto mensile è stato realizzato da Patricio Méndez del Villar, ricercatore presso il Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement – Cirad in Francia (www.cirad.fr). I contenuti sono disponibili in quattro lingue. Il rapporto completo può essere scaricato solo dal sito web www.infoarroz.org.

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CONSUMI TRAINATI DAI PREZZI

Il rapporto annuale dell’Ente risi ha scatenato il dibattito. La notizia pi— ghiotta Š quel boom delle vendite di riso che non si vedeva da anni e che nel 2005 ha portato i consumi di cereale da 6 a oltre 7 chili pro capite all’anno. Per tanto, per troppo tempo il riso era rimasto bloccato a quota cinque. Se si considera che, parallelamente, si registra un calo dei consumi di pasta, c’Š di che riflettere. E gli operatori del settore lo stanno facendo intensamente. Ecco cosa pensano.

IL RISOTTO SALVA L’ITALIANO

Il risotto salva la lingua italiana nel mondo. Se l’idioma di Dante e Manzoni, malgrado l’invasione di anglicismi, gode ancora di buona salute, al punto che riesce ad esportare proprie parole e ad imporsi nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico, lo deve anche al nostro cereale. La parola "risotto", insieme ad altre come stracchino, pizza, panettone, rucola e tiramis— Š entrata infatti nella comunicazione culinaria del villaggio globale. La notizia Š sul Corriere della Sera.

UN RISOTTO PER SEUL

La Corea del Sud potrebbe essere un nuovo mercato per il riso italiano. L’idea non Š cos paradossale se si considera questo paese come la testa di ponte per organizzare una massiccia esportazione del prodotto nazionale nel Far East. A lanciarla Š il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno, che nel paese orientale ha appena incontrato i ministri del Commercio, Kim Hyun-Chong, e dell’Agricoltura, Park Hong-Soo e con loro ha posto delle basi per un accordo commerciale.

ROMA CAMBIA IL PREZZO

All’inizio dell’anno abbiamo scoperto che comprare un pacchetto di riso a Roma costa tanto, talvolta tantissimo. L’incremento del prezzo dal produttore al consumatore si aggirava intorno al 100%. CioŠ il prezzo raddoppiava e in qualche caso anche peggio. Ebbene, a distanza di nove mesi, la situazione com’Š cambiata? Il riso italiano nella capitale costa meno? Oppure il listino si Š surriscaldato? Riso Italiano Š andato a far visita ad alcuni esercizi commerciali ed ecco il risultato.

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