EST SESIA VERSO IL COMMISSARIAMENTO

Domani l’assemblea dei delegati del consorzio Est Sesia si riunirà per eleggere presidente e Cda.

La maggioranza è a favore dell’uscente Camillo Colli (foto grande) e l’unica lista di candidati al consiglio non includerebbe nessun esponente della precedente “opposizione”. Consenso bulgaro per il presidente lomellino. Sembrerebbe andar tutto liscio, dunque, se non fosse che la Regione Lombardia e la Regione Piemonte si sono già accordate per commissariare l’Est Sesia e il decreto potrebbe arrivare subito prima o subito dopo l’elezione del nuovo Cda. Colli ne è talmente consapevole che ha fatto approvare nei giorni scorsi un piano operativo in cui azzera tutte le cariche di dirigente (senza toccare gli stipendi) e sostituisce il segretario generale con un consulente legale.

Naturalmente, di queste cose non parla nessun comunicato ufficiale, per cui non possiamo esser più precisi, ma le notizie sono confermate da diverse fonti interne. Come pure le regioni Piemonte e Lombardia ci confermano la volontà di commissariare l’ente consortile. La ragione? Il bilancio non è approvato (leggi l’articolo), le banche non possono più anticipare i soldi e  non si saprebbe come pagare gli stipendi dei 220 dipendenti. Colli, che è sicuramente un fine stratega, avrebbe già messo in conto di uscire di scena senza scossoni, avendo approvato un piano di emergenza idrica che tutela le terre lomelline rispetto a quelle novaresi (questa, almeno, è la tesi dei novaresi, mentre quella dei lomellini è diametralmente opposta), ma lascia dietro di se un calo importante dei fondi di riserva (da 37,5 a 6 milioni di euro) e alcuni nodi divenuti un groviglio.

Prima di decidere il commissariamento, la Regione Lombardia ha chiesto formalmente al consorzio di fare chiarezza su questi punti: situazione finanziaria, gestione della società Idro Mazzé e contenziosi legali con i dipendenti. Scarica la lettera della regione Lombardia Coldiretti ha fatto sapere di non avere nulla in contrario con il commissariamento purché si faccia chiarezza. Confagricoltura e Cia lo chiedono da tempo. Il nuovo commissario sarebbe stato individuato in un alto dirigente di Anbi Veneto, un tecnico di indubbie capacità e fuori dai giochi.