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AVANZA: NO RISAIE, NO BIODIVERSITA'

da | 14 Lug 2014 | NEWS

Siccità

Anche il Parco del Ticino si schiera con i risicoltori, attraverso il suo presidente, Marco Mario Avanza (foto piccola), il quale esprime «tutta la solidarietà dell’Ente Parco Ticino e Lago Maggiore per la giusta protesta dei risicoltori piemontesi che chiedono interventi urgenti in difesa di un settore strategico per l’agricoltura italiana. La difesa del made in Italy è fondamentale per la tutela di un prodotto di alta qualità che non può reggere la concorrenza del riso cambogiano e asiatico in genere. Mantenere la presenza delle risaie è inoltre utile per la conservazione dell’ecosistema e la tutela della biodiversità soprattutto in un’area protetta come il Parco del Ticino, riconosciuta anche dall’Unesco come Riserva della Biosfera nell’ambito del Programma MAB. Auspichiamo  un tempestivo intervento delle autorità competenti per mettere in atto tutte le misure necessarie alla difesa del riso italiano; in particolare ritengo necessario che tutta la filiera del prodotto (coltivazione, lavorazione e confezionamento) sia realizzata in Italia».

Avanza prosegue dicendo: «Il mantenimento della coltivazione del riso all’interno dell’area parco, che stiamo valorizzando con la creazione del marchio MAB Ticino Valley, è stato infatti uno degli obiettivi su cui l’Ente ha lavorato al fine  di favorire la convivenza tra i moderni sistemi di coltivazione del riso e la biodiversità locale, formata da tante specie di animali e varietà di piante, in alcuni casi molto rare, che il territorio del Parco del Ticino ospita ancora. Ricordo in particolare la presenza della specie autoctona, Pelobate Fosco nell’area di Cameri (NO), che trova proprio nella risaia il luogo di riproduzione. Dopo che, con tanti altri Enti abbiamo lavorato per la difesa della biodiversità  nelle nostre pianure,  che ospitano  ancora tante specie di animali come aironi, anfibi, piccoli mammiferi, libellule e farfalle, che da secoli trovano nelle risaie e nei boschi della Valle del Ticino un luogo ideale per riprodursi, migrare e rifugiarsi, sarebbe un danno incalcolabile, anche per l’ambiente, la crisi di un settore produttivo come quello del riso». (14.07.14)

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