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«RIFORMIAMO L’ENTE RISI»

da | 16 Giu 2017 | NEWS

L’Ente Risi intende riformare lo statuto, quello recente del 2006 poi modificato nel 2015, per allinearlo alle esigenze del settore: chiederà inoltre di poter incrementare i controlli insieme alla Repressione Frodi, utilizzando anche la nuova apparecchiatura recentemente acquistata dal Centro ricerche di Castello d’Agogna, che consente di individuare il Dna del riso. Inoltre si rivolgerà al ministero dell’Agricoltura per ottenere il riconoscimento quale ente ufficiale di riferimento per la ricerca nel settore risicolo: «Un compito che svolgiamo già, pienamente – ha spiegato il presidente dell’Enr Paolo Carrà (in piedi, nella foto in alto) – ma che non ci viene riconosciuto poichè non siamo giuridicamente un ente di ricerca e questo ci preclude l’accesso ai bandi e quindi all’utilizzo dei fondi». Le affermazioni sono state proposte ieri all’assemblea annuale di Confagricoltura di Novara-Vco, che si è svolta  nella sala Leonardo dell’Est Sesia, a Novara, ed è stata presieduta dal presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Le parole di Carrà non mancheranno di suscitare attenzione nel mondo risicolo, perché nei mesi scorsi la riforma dello statuto dell’Ente Risi era stata terreno di scontro: l’avevano chiesta, ma con diversi obiettivi, la Coldiretti e il movimento #ildazioètratto.

Il tema principale dell’assemblea degli agricoltori novaresi aderenti a Confagricoltura, ieri mattina, è stato il settore risicolo, come ha ricordato la presidente Paola Battioli (sopra, mentre parla agli agricoltori): «Il nostro è un territorio dove al 90% si produce riso».  Carrà ha poi ribadito: «Siamo davanti a una crisi di natura strutturale – ha spiegato – conseguenza delle scelte adottate dalla Ue, che ha preferito la liberalizzazione alla food security, ossia il non considerare più la produzione agricola europea come settore strategico per la capacità di approvvigionamento alimentare. A turno, tutti i comparti agricoli ne stanno soffrendo». Carrà ha poi evidenziato alcuni snodi della crisi, in atto ormai da anni: «Nonostante siamo riusciti ad ottenere una Pac favorevole, ci sono dei problemi interni che vanno affrontati. C’è una rigidità di filiera che deve essere affrontata. L’Ente risi è un ente di filiera e come tale deve promuovere una discussione tra le parti per superare i punti di debolezza del settore. Non possiamo più ritardare questo appuntamento». Ha sottolineato il tema delle Cun, le Commissioni uniche nazionali per i prezzi, recentemente approvate dal Governo: non è ancora chiaro se il settore risicolo dovrà adottarle o meno. «Perchè non pensare ad un sistema – ha detto il presidente dell’Ente Risi – che fotografi quanto avviene quotidianamente nel mercato del riso, come ad esempio un’informatizzazione dei contatti di compravendita? L’attuale sistema di rilevamento è figlio di un periodo nel quale le contrattazioni avvenivano solo nei giorni di mercato, per pagamenti a 60 giorni. Da tempo le contrattazioni avvengono durante l’arco della settimana a diverse condizioni di pagamento. Un’informatizzazione dei contratti di vendita, epurati dai dati sensibili, sarebbe a mio avviso più attuale». Carrà ha ribadito le difficoltà dell’Enr circa l’impossibilità di investire in promozione a causa delle disposizioni di legge relative alla spending review: «Interventi comunque difficili senza un marchio che definisca esattamente cosa si vuole promuovere».

Durante la parte privata dell’assemblea, giunta alla 71a edizione, è stato approvato il bilancio 2016 dell’associazione agricola. Giansanti ha chiuso con le cinque parole d’ordine con cui vuole caratterizare la sua presidenza:  responsabilità, consapevolezza, avanguardia, orgoglio e successo. Gli associati, intervenuti numerosi nonostante il periodo denso di scadenze e di lavori in campo, sono stati invitati a richiamarsi a questi valori, intorno a cui si giocherà il suo triennio di presidenza. «Responsabilità e consapevolezza di essere e rappresentare gli imprenditori, avanguardia della ricerca per un’agricoltura futura, l’orgoglio di essere un grande sindacato, uil successo dei traguardi che dobbiamo raggiungere – ha sottolineato Giansanti – il mio intento è di dare un contributo per il cambiamento dell’agricoltura italiana».

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