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MINISTRO, CHE FINE HA FATTO LA CLAUSOLA?

da | 7 Dic 2017 | NEWS

Il governo avrebbe annunciato la presentazione alla Commissione europea di un dossier contro l’import a dazio zero dai Pma – la famosa richiesta della “clausola di salvaguardia” – che in realtà non è mai arrivato a Bruxelles. Lo rivela l’eurodeputato leghista Angelo Ciocca, secondo il quale «negli scorsi giorni il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e forestali Maurizio Martina ed il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, hanno pubblicamente informato i cittadini e tutto il comparto agricolo dell’invio, alla Commissione Europea, del dossier per l’attivazione della clausola di salvaguardia relativo agli import a dazio zero da Paesi asiatici. Pare però che, ad oggi, il dossier non sia ancora stato inviato».

Ciocca ha presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione Europea, chiedendo di comunicare la data di avvenuta ricezione, ma avrebbe già ricevuto “segnalazioni” che sui tavoli della Commissione non è arrivato proprio nulla. O, se è arrivato, la Commissione e il governo avrebbero consensualmente deciso di “sterilizzare” la richiesta della clausola. Il che, come capirete, sarebbe ancor più grave, perché, come dice Ciocca e come dicono tutti «la filiera risicola italiana sta affrontando una grave crisi a causa delle importazioni dai Paesi asiatici, in particolar modo dalla Cambogia e questo dossier rappresenta più che mai un documento di vitale importanza per tutto il comparto agricolo».

Evidentemente, con la campagna elettorale alle porte, se realmente il governo avesse annunciato un dossier mai presentato, sarebbe anche un duro colpo per il Pd, che recentemente ha portato Matteo Renzi in visita a Mortara per rassicurare i risicoltori sull’attenzione della maggioranza per il nostro settore. Dubbi che la Lega amplifica: «Dal momento che differenti segnalazioni smentirebbero l’invio di tale documento, chiediamo ai Ministri in questione di non prendersi gioco degli agricoltori e dire chiaramente se il dossier sia stato inviato o meno pubblicando il protocollo di consegna. Nell’attesa di questa risposta – conclude Ciocca – speriamo anche che il dossier non sia lo stesso presentato nel 2012 in quanto, anche in quel caso, non era stata data alcuna risposta».

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