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IL DOSSIER CAMBOGIA E’ FERMO

da | 5 Set 2014 | NEWS

paolo carràQuando, ormai qualche mese fa, diffondevamo il dossier governativo per consentire a tutti i risicoltori di sapere cosa si decideva sulle loro teste ci davano dei “gossippari”. Quando ci mostravamo perplessi sui tempi e sui modi con cui veniva avanzata la richiesta di adozione della clausola di salvaguardia, ci davano dei disfattisti. Quando ci permettevamo di obiettare che al Ministero non si stavano scaldando troppo per difendere il riso italiano replicavano adontati… Oggi il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà (foto piccola) dichiara sulla Stampa: «A meno che non veda passare i morti, la Commissione europea non applicherà la clausola di salvaguardia al riso senza dazio dalla Cambogia». E l’europarlamentare piemontese Alberto Cirio, dopo un incontro con la direzione agricoltura di Bruxelles conferma che «il dossier italiano è debole e ci sono forti dubbi a livello europeo: l’unica possibilità che abbiamo è di attaccare subito, non appena ci sarà la nomina del nuovo commissario all’agricoltura». Con lui anche la collega Lara Comi: «Dobbiamo essere concreti altrimenti diamo ragione agli scettici». Sorry, onorevole Comi: non siamo scettici, semplicemente informati. Sappiamo – da settimane – che i funzionari europei hanno sollevato dubbi sulla sostenibilità giuridica delle rrchieste italiane, ma soprattutto sappiamo che queste sono state portate sui tavoli comunitari con scarsa convinzione, probabilmente per evitare che, nel suk europeo, la difesa del riso comporti il pagamento di altri prezzi. Quello del riso italiano langue. In questa fase gli ultimi quantitativi del vecchio raccolto vengono scambiati a 25 euro per l’indica, che potrebbe risalire all’inizio della nuova campagna, ma solo perché i risicoltori, come abbiamo scritto, hanno ridotto l’investimento e quindi ci sarà meno offerta. E’ probabile, al contrario, che flettano le varietà da interno e il parboiled… ma , stante la volatilità dei mercati, è più facile leggere i fondi del caffè che prevedere l’andamento dei listini nazionali. Anche perché le visite in campo non stanno dando segnali univoci sulla qualità del raccolto e soprattutto sull’esito del clima estivo. Nei prossimi giorni, quando qust’esame sarà completo, potremo fare il punto. Per ora, lecchiamoci le ferite cambogiane (o europee?). (05.09.14)

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