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GIANSANTI: NESSUNA GUERRA FRATRICIDA CON COLDIRETTI

da | 12 Apr 2017 | NEWS

«Non ci sono guerre fratricide, ci sono emergenze». In quest’intervista esclusiva, Massimiliano Giansanti, neopresidente di Confagricoltura, cerca di stemperare i toni dello scontro con Coldiretti e avanza una serie di proposte al ministro Martina, in vista del tavolo di filiera di domattina, a Roma.

Presidente, come valuta la crisi del riso alla vigilia del tavolo ministeriale?

Fortemente compromessa a causa di un notevole squilibrio tra domanda ed offerta dovuto a un aumento massiccio delle importazioni europee: sappiamo tutti che l’Ue negli ultimi quattro anni ha aumentato di circa il 60 per cento le importazioni, in particolare sono aumentate quelle provenienti dai Paesi Meno Avanzati (PMA), essenzialmente asiatici, che hanno diritto ad esportare senza alcuna tariffa doganale verso il territorio comunitario tutti i prodotti tranne le armi e le munizioni (regime EBA ovvero Everything But Arms – Tutto tranne le armi). Secondo una elaborazione di Ente Nazionale Risi dal 2008/2009 le esportazioni di solo riso lavorato dai PMA verso l’UE sono aumentate da poco più di 8mila tonnellate a circa 370mila tonnellate. L’incremento massiccio delle importazioni ha determinato anche squilibri nelle semine e quindi nelle produzioni che hanno aggravato la situazione. Ne hanno risentito le quotazioni all’origine del risone in Italia: i prezzi medi in questi primi mesi del 2017 sono infatti mediamente del 28 per cento inferiori ai prezzi medi del 2015.

Quali sono le contromisure che proporrete a Martina?

In primo luogo è essenziale valutare la dichiarazione dello “stato di crisi” del comparto considerando il continuo calo delle quotazioni e della redditività dei produttori.  In seconda battuta è necessario intervenire per limitare le importazioni dai Paesi terzi nella UE e che destabilizzano il mercato interno. Per far questo si può intervenire con varie misure ed in particolare: considerando il riso come prodotto “sensibile” e quindi escludendolo da ulteriori concessioni a Paesi Terzi – anche sotto forma di nuovi contingenti tariffari; sospendendo le concessioni ai Paesi Meno Avanzati applicando la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che è prevista nel caso in cui un determinato prodotto sia importato in volumi e/o prezzi tali da causare gravi difficoltà ai produttori europei di prodotti simili o direttamente concorrenti.

Sono anni che si parla della clausola. Perché confidate di ottenerla?

Si tratta di una richiesta che la filiera produttiva europea  ha avanzato da tempo ma che la Commissione europea non ha voluto accogliere. Ultimamente ha anche evidenziato delle “debolezze giuridiche” del quadro normativo, che impedirebbero di attivare la clausola nel caso delle importazioni di riso dai PMA. Occorre quindi eliminare ogni dubbio e cogliere l’occasione fornita dalla normativa europea (art. 40.2 del Reg.to UE 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio) che prevede che “entro il 21 novembre 2017 la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’applicazione del presente regolamento. Tale relazione può essere corredata da una proposta legislativa”. In pratica occorre politicamente indurre la Commissione a presentare in autunno una relazione ed una proposta legislativa che modifichi il regolamento e consenta così di eliminare qualsiasi ostacolo giuridico alla applicazione della “clausola di salvaguardia”. Mentre si procede a questa modifica legislativa, è comunque opportuno limitare a determinati contingenti quantitativi le concessioni europee a favore dei Paesi Meno Avanzati nell’ambito del regime “tutto tranne le armi” (o EBA). Concessioni che attualmente sono illimitate.

Gli agricoltori europei si sentono discriminati. Hanno ragione?

Certo, ed occorre pretendere che le importazioni agevolate (dai PMA ma anche dagli altri Paesi Terzi) siano oggetto di una effettiva reciprocità per quanto riguarda gli standard produttivi e sanitari. Ad esempio, non dovrebbero essere importati prodotti contenenti residui di agro-farmaci che non sono autorizzati in Unione Europea. A questo fine, dovrebbero essere respinte dall’UE eventuali richieste di deroga (import tolerance) in materia di residui di sostanze non autorizzate nel riso importato.

Cosa pensa dell’etichettatura?

È necessario, in questo regime di diffusa presenza di prodotto estero sui nostri mercati, introdurre per il riso una etichettatura obbligatoria che indichi al consumatore l’origine del riso, riferita al paese in cui è stato coltivato. Considerato che le importazioni dai Paesi terzi interessano l’intero mercato comune, è necessario che l’etichettatura sia applicata obbligatoriamente in tutti i Paesi dell’Unione con un provvedimento comunitario, sul modello di quanto già previsto per gli oli di oliva vergini ed extra vergini. È inoltre opportuno favorire il consumo di riso con idonee campagne promozionali che abbiano un certo respiro temporale, risorse adeguate e che siano progettate e realizzate assieme alle imprese del comparto.

Cos’altro proponete?

Riteniamo che, per fronteggiare la crisi del comparto, occorra anche una PAC efficace ed efficiente, con strumenti adeguati . In particolare si può già intervenire nell’ambito della approvazione della proposta di regolamento “Omnibus” introducendo la possibilità per gli Stati membri di intervenire sui criteri di erogazione dei pagamenti “accoppiati” che potrebbero essere modificati adattando gli importi e le modalità di gestione già previsti in Italia per la coltivazione del riso; misure di mercato, anche a carattere straordinario, che consentano di ridurre l’offerta e garantire una liquidità sufficiente agli agricoltori.

Come valuta il movimento #ildazioètratto?

Esprime un malessere profondo del comparto del riso, però le divisioni non aiutano. Noi lavoriamo per e con  le imprese e continueremo a farlo.

Il presidente dell’Ente Risi invoca l’unità della filiera, ma voi di Confagricoltura marciate sistematicamente divisi dalla Coldiretti, anche nel caso del riso: se la sente di porre fine a questa guerra fratricida?

Non ci sono guerre fratricide, ci sono emergenze. Al tavolo riso porteremo le nostre proposte e le nostre richieste. Proporremo e ci confronteremo senza pregiudizi, con l’unico obiettivo di risolvere i gravissimi problemi dei risicoltori. (Nella foto grande, Giansanti a destra colloquia con il commissario Hogan)

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