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GALLARATI SCOTTI E L’INCUBO DEL PAN

da | 1 Feb 2015 | NEWS

confagricolturaLa campagna non è partita bene e solo il riso da interno viene venduto a prezzi “accettabili”, ma il futuro potrebbe essere ancor più grigio, perché non è chiaro nulla nella partita del Pan: è l’analisi di Fulco Gallarati Scotti, risicoltore di Cozzo (Pavia) e da pochi giorni presidente della federazione nazionale di prodotto di Confagricoltura, che ci rilascia quest’intervista esclusiva.

Cominciamo dai prezzi. Gli ultimi incrementi soddisfano i risicoltori?

Le quotazioni dell’indica sono assolutamente insufficienti, siamo ancora sotto i costi di produzione. Solo il prezzo dei risi da interno può definirsi accettabile. Quali ripercussioni si aspetta sulle semine? Direi che un riso indica tanto deprezzato indurrà i risicoltori italiani a buttarsi sulle varietà da parboiled e da risotto, con la logica conseguenza di un crollo di quei risi e un appiattimento del mercato. Per questo dobbiamo muoverci con convinzione in Europa, dove la nostra richiesta di adozione della clausola di salvaguardia contro le importazioni cambogiane è ancora ferma, senza neppure una risposta da parte della Commissione.

E’ il problema principale in agenda?

E’ uno dei problemi aperti. Poi c’è la legge sul mercato interno e soprattutto il Pan – e quindi il Par –  che rischia di provocare grandi difficoltà ai risicoltori italiani.

A che punto è la discussione sulla legge del mercato interno?

Direi che abbiamo completato il 90% del percorso.

Qual è l’ultimo tratto ?

Si sta discutendo sui difetti, c’è una richiesta dell’industria di allargare le maglie ma noi agricoltori siamo contrari, perché vogliamo difendere la qualità del prodotto.

Su questo punto Confagricoltura ha rotto con i sementieri. Cosa ne pensa?

Penso che c’è stata una rottura ma anche una ricomposizione e che i sementieri costituiscono una parte essenziale della filiera con cui non voglio essere in guerra.

Parliamo di bio…

Come Confagricoltura abbiamo esaminato il documento dell’Anga nei giorni scorsi e mi pare che si sia raggiunto un buon compromesso: la nostra posizione è quella di chi vuole tutelare le vere produzioni biologiche e quelle convenzionali, assicurando la massima trasparenza e tutelando tutti gli imprenditori onesti. (30.01.15)

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