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FERRERO: COSI’ STRONCHERO’ IL FINTO BIO

da | 4 Gen 2016 | NEWS

marchettiGiorgio Ferrero si confessa alla Stampa e conferma la notizia data in anteprima da Risoitaliano: la Regione Piemonte introdurrà dei controlli più rigidi sul riso biologico. Una scelta che discende da un fatto, come scrive Simona Marchetti (foto piccola) sul giornale torinese in edicola domenica: «Maggiori controlli sul riso biologico in Piemonte, dopo i recenti casi di cronaca che hanno visto coinvolte sei aziende di Vercelli: lo ha deciso la Regione, con una serie di provvedimenti che porteranno ad un giro di vite per individuare chi specula sulla fiducia dei consumatori. Il cereale biologico infatti viene coltivato secondo pratiche che prevedono l’eliminazione di pesticidi e fertilizzanti chimici, utilizzando anche una rotazione colturale per ridurre l’impatto delle infestanti tradizionali della risaia. Questo porta ad una riduzione delle rese: si produce di meno, quindi i prezzi salgono». Secondo la giornalista, non è secondario il fatto che chi compra riso biologico dunque compie anche una scelta anche etica, decidendo di pagare di più un prodotto che rispetta l’ambiente: «Vogliamo che si continui a fare riso biologico – spiega alla giornalista l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero (foto grande) – che rappresenta una vera opportunità per le aziende. Le disposizioni per stringere le maglie dei controlli servono a offrire migliori garanzie, sia ai consumatori sia alle imprese in regola. Va punito chi tenta di fare il furbo: con queste misure non sarà facile». Uno dei problemi, conferma Ferrero al giornale, dipende dal fatto che non tutte le imprese bio attingono alle risorse del Piano di sviluppo rurale: «Chi chiede un supporto dal Psr deve dedicare tutta la sua superficie aziendale al biologico. Molti risicoltori, e parlo del 90%, invece scelgono di utilizzare solo una parte dell’area alla coltivazione bio». Questi ultimi dunque sono soggetti ai controlli degli enti certificatori, organismi privati sottoposti a loro volta alle verifiche regionali. Sono loro a determinare l’effettiva corrispondenza del prodotto con le normative: «Abbiamo emesso delle circolari – evidenzia l’esponente della giunta Chiamparino – perché ci sia uno sguardo più attento a queste prassi». La Regione ha dunque aumentato la pressione: le priorità di verifica da parte degli enti certificatori passa da quest’anno al livello massimo. Viene richiesto, per quanto riguarda le analisi dei campioni, di ricercare tutti i principi attivi consentiti nell’agricoltura convenzionale. La circolare li elenca tutti, ricorrendo ad una lista predisposta dall’Università di Torino, che Risoitaliano pubblicherà nei prossimi giorni (il servizio sulla circolare può essere letto invece all’indirizzo: http://www.risoitaliano.eu/controlli-piu-severi-sul-riso-bio-in-piemonte/). Inoltre le Province, sottolinea Marchetti, fino a che manterranno questa funzione, dovranno esercitare ispezioni costanti sulle coltivazioni, in una fascia di tempo più ampia: «Ora si può cominciare già dal periodo della semina, fino al termine del ciclo vitale della pianta», afferma Ferrero. In precedenza questa finestra temporale escludeva i periodi del diserbo e della concimazione. «Le visite ispettive e i prelievi analitici devono essere effettuati in periodi effettivamente critici per la coltura – spiega la circolare regionale – e in caso di analisi con esito positivo è necessario programmare ulteriori prelievi analitici in altri siti aziendali, per valutare le dimensioni delle situazioni non conformi». Gli enti di controllo dovranno partire già da quest’anno con le ispezioni, e dovranno darne conto a palazzo Lascaris, conclude la giornalista. (04.01.2016)

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