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CONFAGRICOLTURA: SENZA CLAUSOLA SI PRECIPITA

da | 25 Mar 2017 | NEWS

Green Deal

La federazione nazionale del prodotto riso di Confagricoltura si pronuncia sulla crisi del riso con una lettera a circolazione interna – gira infatti tra gli iscritti all’Unione agricoltori di Pavia, cui appartiene il presidente della federazione di prodotto, Fulco Gallarati Scotti, che firma il documento – che prende le mosse dalla presentazione del documento del G7 del riso a Bruxelles per fare una serie di considerazioni (anche polemiche) che convergono verso una e una sola richiesta: la clausola di salvaguardia.

Ecco il testo integrale: «Lo scorso 6 Marzo al Consiglio dei Ministri Europeo, il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali On. Giuseppe Castiglione ha avanzato la richiesta di applicazione della clausola di salvaguardia per il settore del riso. Il Commissario Hogan in tale sede ha espresso la non disponibilità, chiedendo invece un’attività risolutiva attraverso il sostegno accoppiato. E qui casca l’asino… L’anno scorso infatti all’inizio della campagna si susseguirono diversi incontri al Ministero dove in previsione dell’andamento mercantile di oggi, facemmo nostra la proposta di spostare il pagamento dell’aiuto accoppiato della Pac, destinato al riso, alle sole varietà indica in modo da riequilibrare, in fase di semina, il rapporto con le varietà japonica e difendere così i 230mila ettari circa di riso italiano, naturalmente partendo da un contratto a prezzo garantito.

Diverse furono le contrarietà tra cui anche quella della parte Politica alla quale spettava il potere decisionale. Siamo così finiti in un mare di guai con prezzi in picchiata e senza prospettive che possano riequilibrare il mercato nell’immediato. Pavia quale prima provincia produttrice di riso in Europa ha quindi l’impegno morale di individuare idonei percorsi risolutivi che garantiscano stabilità al reddito delle imprese agricole. Per questo la nostra posizione rimane ferma sulla richiesta di adozione della clausola di salvaguardia che tra l’altro è uno strumento previsto all’interno della Politica Agricola Comunitaria.

A seguire possiamo anche condividere il percorso dell’etichettatura consapevoli però del fatto che occorre eseguire un’attenta valutazione sulle differenze commerciali tra le varietà indica e japonica, considerando così positività e negatività delle azioni che si intendono intraprendere.
Oggi noi chiediamo fortemente alla Politica un serio impegno affinchè l’Europa consideri la risicoltura italiana con la dovuta attenzione, non solo per gli aspetti produttivi ma anche per quelli ambientali, sociali ed economici che non possono che essere valutati nella loro globalità.

Non parliamo di numeri in questa sede in quanto troppi si sono già soffermati su dati di superfici, analisi di import-export ed altro, perché siamo convinti che sia giunta l’ora di esporre con chiarezza le proprie posizioni e non “usare” il disagio di chi urla la propria sofferenza.
Confagricoltura è convinta che l’attuale superficie investita a riso possa essere mantenuta solo con l’attivazione della clausola di salvaguardia, altrimenti avrà ragione chi vede per il futuro una discesa verso la soglia di 180.000 ettari coltivati».

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