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IL CARNAROLI E’ IMMUNE ALL’ARSENICO ?

da | 3 Mar 2014 | NEWS, Riso in cucina

carn01Probabilmente, l’asciutta prima della fioritura aiuta. Probabilmente, aiuta anche la concimazione con silicio, che funziona da antagonista per l’arsenico. Sono alcune delle indicazioni che emergono dagli studi in corso sulle contaminazioni di questo metallo pesante tossico per l’uomo, che è oggetto di studio soprattutto da quando la Commissione europea ha introdotto dei limiti massimi per l’arsenico inorganico negli alimenti, riso compreso. L’arsenico e presente nei suoli e nelle acque di irrigazione e la sommersione nel favorisce l’assorbimento da parte della pianta. Le concentrazioni sembrerebbero dipendere anche dalla varietà.

Per capirne di più, dal 2012 e stata avviata una sperimentazione in campo della quale danno conto Daniele Tenni, Eleonora Miniotti, Gianluca Beltarre, Marco Romani (Ente Risi), Francesco Cubadda e Marilena D’Amato (Istituto superiore di sanità) Gian Maria Beone, Ilenia Cattani e Maria Chiara Fontanella (Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza), Maria Martin e Elisabetta Barberis (Università degli studi di Torino) sull’Informatore Agrario n° 7 del 2014. Nei primi studi effettuati, “il contenuto di arsenico totale nel riso bianco ha oscillato tra un minimo di 201 μg/kg per la varietà CL71 e un massimo di 352 μg/kg per Loto, con una media di 259 μg/kg. Per l’arsenico inorganico, invece, rispetto a una media generale di 138 μg/kg, la concentrazione più bassa e stata riscontrata per Carnaroli (99 μg/kg), quella piu alta di nuovo per Loto (188 μg/kg)”. Giova ricordare che l’arsenico inorganico è quello su cui si concentra l’attenzione della Commissione europea. Nell’ambito delle varietà da risotto, nell’ambito della sperimentazione descritta, Vialone Nano e Volano hanno accumulato le maggiori quantità sia di arsenico totale sia di inorganico. Il Baldo, a fronte di un contenuto di arsenico totale poco al di sotto della media del gruppo, ha riportato contenuti di inorganico leggermente piu elevati (141 μg/kg); Karnak e Carnaroli, all’opposto, si sono distinti per il basso livello della componente più tossica dell’elemento. Tra i tondi non sono state rilevate grandi differenze, a eccezione del Selenio, che ha accumulato nel granello quantità di arsenico totale e inorganico superiori alle altre cultivar (rispettivamente 297 e 180 μg/kg), mentre CL12 ha mostrato la migliore prestazione del gruppo nei confronti della forma inorganica. Le varietà a granello Lungo A da parboiled, hanno mostrato i contenuti più elevati dell’elemento, a partire dal Loto, ma l’Augusto ha mostrato una certa “immunità” all’arsenico inorganico. Quanto al lungo B, generalmente meno sensibile al problema, i contenuti più alti si evidenziano per CL26 e i risultati migliori per CL71. (Altri risultati sulla rivista)

L’argomento è delicato, particolarmente in fase di semina, e quella esposta è una ricerca suscettibile di aggiornamenti e correzioni. Secondo i ricercatori, peraltro,“il diverso comportamento varietale sarebbe da inputarsi a effetti genetici determinanti una minore o maggiore attitudine ad assorbire e traslocare le diverse forme di arsenico presenti nel suolo” anche se “gli effetti ambientali e agronomici possono avere un peso rilevante”. Lo studio integrale si trova sulla rivista numero 7 in distribuzione il 20/26 febbraio 2014. (Nella foto piccola, riso Carnaroli). (01.03.14)

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